L'inculturazione è la priorità della Chiesa coreana
di Theresa Kim Hwa-young
Simposio sulla realtà dei cattolici del Paese a 40 anni dal Concilio Vaticano II

Seoul (AsiaNews) - L'inculturazione come priorità della Chiesa coreana e problemi come l'impegno sociale o la comprensione delle religioni tradizionali da parte dei cattolici sono stati al centro di un simposio che ha esaminato lo sviluppo della Chiesa coreana nei 4o anni trascorsi dal Vaticano II, durante i quali, è stato osservato, alla crescita quantitativa non si è unita una uguale crescita qualitativa.

L'incontro, che aveva per tema "il Concilio Vaticano II e la Chiesa in Corea", è stato organizzato dalla Fondazione di ricerca sulla storia della Chiesa coreana e dall'Università cattolica della Corea e si è svolto lo scorso 24 settembre all'auditorium dell'università.

Durante l'incontro 5 studiosi hanno presentato i loro lavori su 5 tematiche che vanno dall'impegno sociale della Chiesa coreana alla comprensione delle religioni tradizionali dal punto di vista dei cattolici.

Il rev. Joseph Kim Sung-tae, presidente della fondazione, ha detto che "benché ci siano 16 documenti del Concilio Vaticano II noi abbiamo scelto 5 soggetti che trattano i problemi generali che ha la Chiesa coreana".

Alla presentazione dei lavori è seguita una tavola rotonda. I partecipanti si sono trovati d'accordo nell'affermare che l'inculturazione deve essere una priorità fondamentale della singola Chiesa coreana per contribuire all'universalità della Chiesa.

I partecipanti hanno evidenziato che, dopo la fine del Concilio, alla rapida crescita quantitativa della Chiesa cattolica coreana non è sempre seguita una crescita qualitativa dello stesso livello, e sono ancora molti i punti controversi da risolvere.

Roh Kil-Myung, professore dell'Università di Corea che ha presieduto la discussione, ha concluso che "per prima cosa tutti dobbiamo rileggere i documenti del Concilio Vaticano II per essere in grado di affrontare i rapidi cambiamenti della nostra era".