Jakarta, terrorismo: massima allerta nel periodo natalizio

Oltre 20mila poliziotti di pattuglia a Jakarta tra il 23 dicembre ed il 1 gennaio. Luoghi di culto cristiani ed edifici governativi nel mirino dei terroristi. Nel 2000, attacchi contro 11 chiese hanno fatto 13 vittime e ferito 100 persone. Le iniziative delle due maggiori organizzazioni islamiche moderate per la sicurezza dei cristiani.


Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il gen. Tito Karnavian, capo della polizia indonesiana, annuncia nuove misure per garantire la sicurezza nel Paese durante il periodo natalizio, sebbene non sia ancora emerso alcun piano terroristico da parte dei militanti islamisti. Il piano delle forze di sicurezza prevede lo spiegamento di oltre 20mila ufficiali, di pattuglia a Jakarta per le celebrazioni di Natale e Capodanno, dal 23 dicembre al 1 gennaio prossimi. “Non sono ancora venute alla luce trame terroristiche, ma come al solito gestiremo il pericolo passo dopo passo, o porteremo ciò che chiamiamo ‘attacchi preventivi’ su gruppi che pensiamo possano agire”, afferma il generale.

L'unità anti-terrorismo della polizia Densus 88 ha sventato diversi attacchi terroristi negli ultimi anni, compresi molti che sono stati pianificati per questo periodo dell'anno e spesso ispirati o diretti da elementi dello Stato islamico in Iraq e Siria (Isis). Colpire gli edifici religiosi della minoranza cristiana e delle istituzioni governative durante le festività natalizie rimane una priorità assoluta per i militanti islamisti del Sud-est asiatico. In Indonesia, gli ultimi guerriglieri della vecchia rete terroristica Jemaah Islamiah e membri della Jamaah Ansharut Daulah continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.

In Indonesia, Paese islamico più popoloso al mondo, i cristiani rappresentano circa il 10% della popolazione. I protestanti sono 17milioni, i cattolici 7milioni (il 3% degli indonesiani). Essi sono spesso obiettivo delle minacce di estremisti e terroristi. Alla vigilia di Natale del 2000, attacchi dinamitardi contro 11 chiese sparse per il Paese hanno ucciso 13 persone e ne hanno ferite altre 100. Al tempo, degli attentati si è ritenuta responsabile la Jemaah Islamiah, gruppo legato ad al Qaeda. Da allora, ogni anno migliaia tra i membri delle due maggiori organizzazioni islamiche moderate (Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah) si mettono a disposizione per il servizio di sicurezza davanti agli edifici religiosi cristiani durante le feste.