Madhya Pradesh, preghiere indù nelle scuole cattoliche. Mons. Mascarenhas: i fondamentalisti torneranno

Ieri la polizia ha disperso circa 900 dell’Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad, che hanno programmato un altro raid il 16 gennaio. Dopo gli scontri con gli agenti, gli indù “sono andati via arrabbiati”. Gli insegnanti e il governo sostengono i cristiani.


Vidisha (AsiaNews) – I fondamentalisti indù che ieri hanno accerchiato il complesso di un college cattolico a Vidisha, in Madhya Pradesh, “torneranno il 16 gennaio”. Lo comunica ad AsiaNews mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana. Egli si trova nella cittadina indiana, dove ieri si sono radunati circa 900 integralisti dell’Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad (Abvp), che pretendevano di entrare nell’istituto cattolico e celebrare il culto indù per Bharat Mata, cioè la “Madre India”. Il vescovo riferisce che “oggi la folla si è dispersa, ma la situazione rimane tesa. Lancio un appello a tutto il mondo: pregate per le comunità cristiane”.

Il segretario dei vescovi riferisce che ieri gli indù, un’ala giovanile del Bjp (Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù al governo), hanno “tentato di entrare con la forza St. Mary’s Post Graduate College, ma sono stati respinti dai poliziotti inviati dal ministro dell’Interno Rajinath Singh. Ci sono stati degli scontri e per sedare gli animi gli agenti hanno anche usato i bastoni”. “I fondamentalisti se ne sono andati arrabbiati e dicono che i nostri sacerdoti sono ‘antinazionali’”.

Appreso della situazione incandescente, mons. Mascarenhas si è precipitato a Vidisha “per portare conforto ai sacerdoti e alla suore, che sono molto demoralizzati”. Oggi egli ha parlato con gli insegnanti del campus: “Nello stesso recinto ci sono una scuola e due college, per un totale di circa 300 insegnanti in maggioranza non cristiani. Ho spiegato loro quali sono le motivazioni che ci spingono a non celebrare riti indù e tutti loro hanno detto di essere d’accordo con la direzione del college”. “Non è una questione di cristiani o non cristiani – sottolinea – ma una questione di legge vigente nel Paese. Siamo un’istituzione di minoranza e la folla non può venire e dettare le sue regole all’amministrazione di una scuola. Oggi gli integralisti chiedono di celebrare un rituale votivo, domani imporranno di cacciare di un insegnante. Non possiamo lasciare la legge nelle mani di queste persone”.

Sul futuro della piccola comunità cristiana di Vidisha, circa 3600 su una popolazione totale di 10 milioni di abitanti, mons. Mascarenhas afferma: “Siamo preoccupati, dovremo chiedere ancora l’intervento del governo. Intanto ringraziamo l’aiuto dell’amministrazione federale e statale, che hanno adottato tutte le misure necessarie”. Infine lancia un appello: “Chiedo una preghiera per tutte le nostre piccole comunità”.