Riyadh, la prima volta delle donne alla partita di pallone

La prima assoluta nella capitale il 12 gennaio, per la sfida fra Al-Ahli e Al-Batin. A seguire porte aperte il 13 gennaio a Jeddah e il 18 gennaio a Dammam. Prevista una presenza massiccia di donne agli eventi. Principessa saudita: in corso i lavori per accogliere intere famiglie. Nonostante le timide riforme resta ancora ampio il divario fra i sessi. 

 


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta nella storia del regno ultraconservatore sunnita, il prossimo 12 gennaio le donne potranno varcare i cancelli degli stadi per assistere alle partite di pallone in programma in giornata. A darne l’annuncio sono i vertici del governo di Riyadh attraverso una nota diffusa dal ministero dell’Informazione, il quale aggiunge che “il primo match cui potranno assistere le donne sarà Al-Ahli contro Al-Batin”. 

Le autorità saudite sottolineano inoltre che le donne, assieme alle loro famiglie, potranno guardare dal vivo anche una seconda sfida il giorno successivo e una terza partita di campionato il prossimo 18 gennaio. 

Fra le prime personalità femminili saudite a commentare la decisione vi è la principessa Reema Bandar Bint Al Saud, responsabile per le donne dell’Autorità sportiva nazionale. Sul suo profilo twitter ha espresso soddisfazione, sottolineando che “gli impianti sportivi in Arabia Saudita apriranno le loro porte nel 2018 per accogliere le donne”. Sono in corso i preparativi, aggiunge, per assicurare che gli stadi siano in grado di accogliere intere famiglie. 

Secondo le prime informazioni è prevista una presenza massiccia di esponenti del gentil sesso alle partite, proprio per sfruttare fin dall’inizio questa nuova opportunità in direzione di una maggiore libertà. La prima partita si disputerà nella capitale, Riyadh, la seconda a Jeddah sul mar Rosso e la terza nella cittadina orientale di Dammam.

In Arabia Saudita le donne sono relegate ai margini della società e solo negli ultimi anni hanno acquisito il diritto di voto attivo e passivo nell’ambito delle elezioni municipali; una prima svolta cui è seguito un piano di “modernizzazione” a più ampio respiro, promosso dal principe ereditario Mohammed bin Salman nel contesto del programma “Visione 2030”. 

Il 23 settembre scorso, per la prima volta, lo stadio della capitale è stato aperto anche alle donne per le celebrazioni della festa nazionale. Qualche giorno più tardi è arrivata l’abolizione del divieto di guidare. In precedenza si era registrata la nomina della prima donna alla guida della borsa. 

Tuttavia, permangono sempre dure limitazioni alle libertà femminili: le saudite devono coprire capelli e corpo in pubblico, e non possono viaggiare o ricevere cure mediche senza il permesso di un guardiano maschile (in genere padre, marito o un figlio).

Le classifiche internazionali confermano quanto sia ancora ampio il divario fra i due sessi: l’Arabia Saudita era classificata al 141mo posto su 144 nazioni per parità di genere nel rapporto 2016 sul Global Gender Gap, redatto dagli esperti del Forum economico mondiale.