Timori in Bengala Occidentale per la libertà religiosa nelle scuole

Il governo pretende che i presidi delle scuole siano nominati da organi pubblici, pena la perdita dei finanziamenti statali. Nel Jharkhand la Scuola missionaria S.Paolo chiude perché la polizia non interviene contro le ripetute aggressioni armate.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Proteste della Chiesa del  Bengala Occidentale per il tentativo del governo di interferire nella direzione delle scuole cattoliche.

Il governo ha detto che le scuole missionarie riconosciute dallo Stato devono seguire le norme del governo nella nomina dei loro dirigenti, se vogliono ancora ottenere finanziamenti pubblici. Kanti Biswas, ministro dell'Educazione scolastica, il 3 ottobre ha detto che si vogliono "regolamentare le assunzioni" e che la decisione è stata comunicata a circa 1.500 scuole inglesi e bengalesi. "Nessuna scuola è obbligata a farlo – ha aggiunto - se non prende le sovvenzioni del governo".

"Ogni scuola – ha aggiunto Ranajit Basu, presidente della statale Commissione per il servizio scolastico – deve accettare le nostre norme per le assunzioni, se vuole ottenere il finanziamento del governo".

Esponenti ufficiali della Chiesa affermano che questo viola l'art. 30 della Costituzione indiana, che garantisce alle minoranze il diritto di regolare e gestire le proprie istituzioni educative.

"Mai in passato ci è stato chiesto – osserva padre Faustine Brank, presidente del settore educativo della Bangiya Christiya Parisheba – di osservare simili procedure per scegliere i dirigenti delle nostre scuole". Ha aggiunto che le ragioni di scelta dei dirigenti non rispondono solo ai criteri "temporali" delle commissioni statali. Un vescovo ha aggiunto l'intenzione di "resistere quanto possibile" a questa richiesta.

Intanto la Scuola della missione di San  Paolo, nel distretto di Giridih, Stato di Jharkhand, ha deciso di chiudere a tempo indeterminato, poiché la polizia non interviene contro i responsabili delle ripetute aggressioni contro la scuola. Negli scorsi mesi la scuola è stata più volte assalita e derubata da persone armate, che hanno preso denaro e altri oggetti, picchiato i sorveglianti e molestato le giovani suore. L'ultima volta lo scorso 28 settembre.

"La polizia – spiega padre Mathew Aikalam, che guida la protesta – ha identificato i rapinatori ma non ha preso alcuna iniziativa". Per questo la protesta e la decisione delle autorità scolastiche e dei genitori di chiudere la scuola "a tempo indefinito". (PB)