È il Sichuan la capitale mondiale delle ‘miniere’ di Bitcoin

Vengono costruite in tutta la provincia per via dell'abbondanza di energia idroelettrica, perfetta per le elevate esigenze energetiche dei computer. L'elettricità rappresenta infatti circa il 60-70% delle spese degli impianti. Con 550 macchine "minerarie" in funzione 24 ore, si possono estrarre fino 2,5 Bitcoin al giorno (5,300 euro).


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il Sichuan, provincia della Cina sud-occidentale, è considerato dagli esperti la capitale dell'estrazione di Bitcoin, valuta virtuale concepita come rivoluzionario sistema monetario indipendente dalle banche centrali e dai governi. Essa è in forte espansione in Cina, come asset di investimento e forma di pagamento. Il Paese asiatico è uno dei principali mercati valutari della moneta virtuale, anche se essa si trova ancora in un limbo legale ed è soggetta a speculazioni. Attraverso il suo utilizzo, gli investitori cinesi possono tuttavia aggirare le stringenti misure di controllo del governo di Pechino sul sistema finanziario tradizionale.

La “cripto-valuta” risiede nei server dei computer, viene “estratta” attraverso complessi algoritmi e registrata in un libro di conti digitale. La Cina ospita alcune delle più grandi “miniere” al mondo, in cui gruppi di supercomputer confinano i nuovi Bitcoin e mantengono il sistema. Alcuni di questi supercomputer sono installati in zone rurali, nei pressi delle centrali elettriche ed il Sichuan è un luogo ideale.

Numerose “miniere” sono state costruite in tutta la provincia per via dell'abbondanza di energia idroelettrica, perfetta per le elevate esigenze energetiche dei computer necessari per l'estrazione di Bitcoin. Di norma, l'elettricità rappresenta infatti circa il 60-70% delle spese delle “miniere”. Esse sono edifici dotati di un numero elevato di microprocessori, in cui i “minatori” risolvono complessi problemi di matematica e vengono premiati con la valuta digitale. Con 550 macchine "minerarie" in funzione 24 ore, si possono estrarre fino 2,5 Bitcoin al giorno, per un valore di circa 5,300 euro.

Le centrali di solito sono erette accanto a centrali idroelettriche, lungo i torrenti di montagna. Questi impianti producono spesso più energia di quella che possono vendere alla rete statale cinese, e alcuni proprietari hanno decidono di vendere l'eccedenza alle “miniere” di Bitcoin o crearne di proprie. È in queste strutture che i “minatori” vivono e lavorano, in aree così remote che il trasporto pubblico più vicino di solito si trova a 35 chilometri di distanza dalla città più vicina.