Jammu e Kashmir: chiesa e negozi cristiani bruciati da radicali indù
di Nirmala Carvalho

La Sehal Christ Church attaccata il 16 gennaio. I fanatici indù volevano “vendicare” il presunto omicidio di una donna “convertita con la forza”. Sajan K George: “Nello Stato indiano i cristiani sono tra l’incudine e il martello dei nazionalisti e dei musulmani”.


Mumbai (AsiaNews) – Una folla di 300 radicali indù ha assaltato e dato alle fiamme una chiesa pentecostale e diversi negozi di proprietà di cristiani nel Jammu e Kashmir. Il motivo sarebbe una “vendetta” per il presunto omicidio di una donna da parte del marito. La signora, convertita dall’induismo due anni fa, è morta per le complicanze di una malattia contratta anni prima. Ma la famiglia, che non aveva mai accettato la conversione al cristianesimo, ha sparso la falsa voce dell’assassinio e della conversione forzata. Questo ha scatenato la reazione violenta degli estremisti. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), lamenta che nello Stato indiano “i cristiani pentecostali soffrono la persecuzione peggiore. Essi sono accusati di conversioni forzate, e invece le persone frequentano gli incontri di preghiera e abbracciano il Signore come il proprio Salvatore che li libera”.

Il leader cristiano spiega che nel Jammu e Kashmir “la minuscola minoranza cristiana è stretta tra l’incudine e il martello. Dal 2014 il territorio è governato da una coalizione tra Bjp [Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù – ndr] e il Peoples’ Democratic Party. I cristiani sono perseguitati da entrambi: da una parte, i radicali di estrema destra; dall’altra, gli estremisti musulmani”.

L’assalto alla Sehal Christ Church, affiliata al Friends Missionary Prayer Band [movimento missionario indiano, ndr], e situata in un villaggio nei pressi di Nowshera, è avvenuto il 16 gennaio. Gli indù del Bajran Dal [fazione giovanile associata al Bjp, ndr] hanno raggruppato i 300 assalitori che hanno fatto irruzione nella chiesa e interrotto la preghiera. I fedeli presenti sono stati malmenati e almeno 12 rimasti feriti in modo grave. Due funzionari di polizia sono giunti sul posto per sedare le violenze, ma la folla poi si è spostata verso i negozi dei cristiani nelle vicinanze, danneggiando proprietà per migliaia di rupie.

A spingere gli indù, la vendetta del presunto omicidio di Seema Devi, moglie di Rinkhu Kumar, anch’egli convertito al cristianesimo. I due si erano sposati due anni fa e poco dopo le nozze erano emersi i problemi di salute della signora, che all’epoca era stata curata in ospedale. Di recente, il nuovo aggravarsi della malattia aveva spinto Rinkhu a portare la moglie a Jalandhar, nella chiesa in cui si erano sposati, per pregare per la sua guarigione. Arrivata l’11 gennaio, le condizioni della donna sembravano migliorare, fino all’improvviso decesso avvenuto il 15.

Appresa la notizia della morte della figlia, la famiglia ha diffuso la notizia che Seema era stata convertita con la forza. Uno zio ha dichiarato “che non avrebbe mai accettato di rinunciare in maniera volontaria alla sua fede indù”.

Ciò che più ha scioccato la comunità cristiana locale è che dopo l’assalto alla chiesa, il corpo di Seema è stato bruciato su una pira, come vuole la tradizione funebre indù. Nel frattempo, i cristiani sono fuggiti nella foresta per sfuggire all’aggressione. Almeno sette di loro sono stati arrestati, tra cui Rinkhu. Al contrario, nessuno degli assalitori indù è stato trattenuto.

Ora testimoni locali avvertono che i cristiani presenti il 16 gennaio durante la preghiera vengono costretti a tornare alla religione indù, pena la persecuzione. Inoltre il pastore locale è irraggiungibile. Sajan K George denuncia il clima di violenza e afferma che “i pentecostali trovano pace, inclusione ed eguaglianza nei raduni di adorazione, cosa che li porta in maniera volontaria ad abbracciare Gesù e la Chiesa. I fanatici indù si oppongono a tutto questo. In questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il Gcic prega affinchè le Chiese pentecostali vengano accettate come Chiese principali in quanto evangelizzatrici di Gesù e del Vangelo”.