Dopo quattro anni, tolti a Mousavi gli arresti domiciliari

L’esponente riformista, mai processato, subiva la misura restrittiva dal 2011, dopo aver guidato la protesta contro la rielezione, fraudolenta, di Ahmadinejad. Rouhani, succeduto alla presidenza ad Ahmadinejad aveva detto di voler fare il possibile per ottenere la fine delle misure restrittive.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Sono state alleggerite le restrizioni imposte a Hussein Mousavi, il candidato riformatore alle elezioni presidenziali del 2009 e agli arresti domiciliari dal 2011. Lo riferiscono due agenzie vicine al movimento riformatore.

“Da una settimana” scrive l’agenzia Ilna, che cita il deputato riformatore Ghasem Mirzaie Nikou sono state eliminate alcune limitazioni alla libertà di Mousavi e di sua moglie Zahra Rahnavard. Nikou fa parte di un comitato parlamentare per l’eliminazione dei domiciliari ai coniugi Mousavi e a un altro dirigente riformatore, Mehdi Karoubi. Adesso, ha detto Nikou alla Ilna, “le due figlie, i loro bambini e i due generi dei Mousavi possono andare a trovarli normalmente”. Egli ha aggiunto la speranza che “molto presto” siano prese altre misure perché il diritto di visita sia esteso agli altri membri della famiglia.

Un altro deputato riformatore, Gholamreza Heidari, che fa parte dello stesso comitato di Nikou, citato dall’agenzia Isna, si è detto lieto di vedere una “apertura” nella vicenda dei Mousavi. “Il potere – ha dichiarato – è arrivato alla conclusione che mantenere in arresti domiciliari non è nell’interesse nazionale, né in quello del sistema”. Heidari ha infine detto di sperare nella totale eliminazione delle misure restrittive contro i coniugi Mousavi, ma, ha aggiunto, “sicuramente dovremo avere molta pazienza”.

Ai Mousavi viene quindi concesso un regime di visita simile a quello di cui gode l'onorevole Karoubi, 80 anni, dall'agosto 2017 in seguito ad un ricovero in ospedale.
Dopo l'annuncio della loro sconfitta alle elezioni presidenziali del 2009, Mousavi, che ora ha 75 anni, e Karoubi avevano guidato la contestazione, duramente repressa, contro la rielezione fraudolenta dell’ultraconservatore e populista Ahmadinejad.

Dal 2011, senza essere mai stati processati, i due esponenti politici sono agli arresti domiciliari. Hassan Rouhani, succeduto alla presidenza ad Ahmadinejad aveva detto di voler fare il possibile per ottenere la fine delle misure restrittive.