L’India ha 21 milioni di bambine ‘non volute’ e 63 milioni ‘mai nate’

I genitori indiani hanno una “preferenza per il figlio” e mettono al mondo bambine fin quando non generano il maschio. Sebbene banditi, sono ancora diffusi i test per la determinazione del sesso del nascituro. Ogni anno “scompaiono” due milioni di bambine per aborti, malattie e malnutrizione.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il desiderio dei genitori indiani di avere figli maschi ha prodotto circa 21 milioni di bambine “non volute”. È il risultato del sondaggio economico annuale presentato ieri dal Ministero delle finanze dell’Unione. Gli esperti affermano l’esistenza di quella che chiamano “preferenza per il figlio”, che porta le coppie a mettere al mondo figlie femmine fino a quando non ottengono il maschio tanto desiderato.

In India le bambine sono sempre state considerate una sorta di maledizione per le famiglie. La tradizione considera i maschi gli eredi dei beni e coloro che mantengono i nuclei familiari “portando il pane a casa”. Le figlie femmine invece sono viste come un fardello finanziario per i genitori in un Paese in cui l’istituto della dote al momento del matrimonio è molto comune.

Il Paese ha bandito la pratica degli aborti selettivi femminili tramite test per la determinazione del sesso. Tuttavia i numeri del censimento rilevano che il feticidio femminile è ancora molto diffuso. Secondo i dati dell’ultimo sondaggio demografico del 2011, in India vivono 940 femmine ogni 1000 maschi. In alcuni Stati – come quello del Punjab e di Haryana – la proporzione tocca livelli altissimi: 1000 femmine contro 1200 maschi della stessa età. Cioè che è interessante notare, sottolineano gli analisti, è che l’aborto delle bambine è radicato anche negli Stati più ricchi e non solo nelle zone rurali, dove per i genitori è più difficile garantire loro l’istruzione.

Il rapporto del ministero evidenzia che in tutto sono 63 milioni le bambine “scomparse”, cioè mai nate, in India e che almeno due milioni di piccole ogni anno vanno “disperse” a causa di aborti, malattie, non curanza e malnutrizione.

Secondo gli esperti, numeri così elevati hanno prodotto una bolla demografica di eccesso di maschi. A lungo andare, tali pratiche – insieme alla “legge sul figlio unico” in Cina, abolita nel 2015 ma che fatica a sradicarsi dalla mentalità cinese – avranno effetti devastanti sul numero di crimini, sul traffico di esseri umani e sulla capacità dei maschi di trovare moglie.