Organizzazioni cristiane in aiuto al Pakistan
di Qaiser Felix

Il Church World Service porta cibo e tende nella provincia della North West Frontier. Al Jazeera lamenta la totale assenza delle organizzazioni umanitarie musulmane, chiuse dal governo nell'ambito della campagna contro il terrorismo.


Islamabad (AsiaNews) – Organizzazioni cristiane si muovono in Pakistan per portare aiuto alle vittime del terremoto di sabato. Intanto Islamabad stanzia fondi e studia gli interventi per la crisi. I soccorsi però sono ostacolati dalla grave condizione delle vie di comunicazione, in molte zone completamente distrutte e dall'assenza delle organizzazioni umanitarie musulmane, chiuse in seguito al recente giro di vite del governo contro i gruppi terroristici.

L'ultimo bilancio provvisorio delle vittime in Pakistan riferisce di 19.136 morti e  42.397 feriti. Ma Tariq Farooq, ministro della Comunicazione del Kashmir, ha avvertito che solo in questa regione il bilancio potrebbe superare i 30 mila morti, la maggior parte bambini e studenti. Secondo il portavoce dell'esercito pakistano, gen. Shaukat Sultan, "tutta una generazione e' stata perduta in Pakistan".

"Ci sono città e villaggi che sono stati totalmente distrutti" ha detto Farooq - Muzaffarabad, la capitale del Kashmir pakistano, è devastata; vi sono 3 mila morti". Il ministro riferisce che nella regione, su una popolazione di 2,4 milioni di abitanti, il sisma ne ha colpito più della metà. "Il maggior numero di vittime - ha aggiunto - è stato registrato nel distretto di Bagh". Qui, in villaggi come Jaglari, Kufalgarh, Harigal e Baniyali "non vi sono superstiti".

Tra i luoghi della devastazione il più drammatico è nella provincia della North West Frontier (Nwfp) dove genitori disperati scavano a mani nude e picconi tra le macerie di 2 scuole statali; qui sono intrappolati circa 850 bambini. Secondo testimoni oculari, dalle rovine si sentono ancora grida di aiuto come "Salvatemi, chiamate mia madre".

Nonostante le enormi difficoltà, per via di strade e vie di comunicazione bloccate, continua l'opera di soccorso. Due persone sono state estratte da sotto ciò che resta delle Margala Towers a Islamabad, portando a 80 il numero di quelle tratte vive da sotto le macerie del complesso.

Il Church World Service di Pakistan e Afghanistan (Cws P/A) - membro di Action by Churches Together (ACT) International – sta provvedendo all'assistenza di 1.600 famiglie nella Nwfp. Gli aiuti stanno distribuendo tende e cibo per gli sfollati a Murree. Il kit di soccorso per ogni famiglia comprende 40 kg di farina, 15 kg di riso, 7 kg di legumi, 5 litri di olio, 5 kg di zucchero, 1 kg di foglie da thé, 1 pacco di sale e un pacco di fiammiferi.

Gli uffici del Cws a Karachi, Islamabad, Mansehra e Murree stanno coordinando gli aiuti. Tre gruppi distribuiscono i soccorsi e valutano i bisogni a lunga scadenza. L'organizzazione è anche impegnata nel pianificare l'intervento medico nei campi per gli sfollati.

"Una fonte pakistana, impegnata nelle operazioni di soccorso" ha riferito alla tv satellitare araba Al Jazeera  che "la totale assenza delle organizzazioni di soccorso umanitarie rende la situazione ancora più drammatica". La fonte ha spiegato che "a seguito delle recenti misure antiterrorismo intraprese da Islamabad dopo l'attacco a Londra, tutte le 16 organizzazioni islamiche pakistane sono state chiuse". Il corrispondente della tv araba ha confermato: "Per i soccorsi, il governo di Musharraf si basa esclusivamente sull'esercito e sui soccorsi internazionali".

Ieri il premier pakistano, Shaukat Aziz, ha annunciato un aumento degli aiuti statali per i terremotati da uno a 5 miliardi di rupie. Il Gabinetto ha deciso inoltre di donare un mese dello stipendio dei ministri a favore dei soccorsi. I ministri si riuniranno ogni giorno finché non cesserà la crisi.

Abdul Sattar Edhi, fondatore e direttore della Edhi Foundation, ha annunciato una donazione di 10 milioni di rupie per i terremotati. Le ambulanze della Fondazione sono impegnate nel trasportare feriti e morti nei vari ospedali del Paese.