Teheran, una moneta digitale per aggirare le sanzioni Usa e sostenere l’economia

Secondo il ministro dell’Informazione e telecomunicazioni il governo ha già inserito il agenda il progetto. L’obiettivo è sviluppare una “piattaforma finalizzata all’uso della cripto-valuta”. A breve una banca specializzata indirà una gara di appalto. Gli Stati Uniti pronti a colpire quanti useranno la nuova valuta.


Teheran (AsiaNews) - L’Iran si prepara a lanciate una moneta digitale di propria produzione, per ridurre l’impatto delle sanzioni statunitensi sull’economia e la vita dei cittadini. La conferma arriva dal ministro per l’Informazione e le telecomunicazioni Azari Jahromi, secondo cui il governo avrebbe già inserito in agenda il progetto “per lo sviluppo di una piattaforma finalizzata all’uso della cripto-valuta”.

Jahromi spiega che il progetto sarà curato dalla Banca postale d’Iran; a breve l’istituto indirà una gara di appalto per lo sviluppo della piattaforma. Il ministro si rivolge a tutti gli esperti di tecnologia del Paese, perché prendano parte alla competizione promossa dalla più importante banca della Repubblica islamica nel settore dell’e-commerce.

La cancellazione di parte delle sanzioni occidentali in seguito alla firma nel luglio 2015 dell’accordo sul nucleare (il Jcpoa), che l’attuale amministrazione Usa minaccia di stralciare, ha  favorito un certo sviluppo nel settore delle attività commerciali. Tuttavia, sul Paese gravano ancora numerose restrizioni in particolare nelle transazioni bancarie, che rallentano di fatto la crescita.

Il successo della cripto-valuta nei mesi scorsi ha portato all’apertura di un dibattito all’interno dell’élite economica e finanziaria della Repubblica islamica, con l’obiettivo di usare questa moneta alternativa per “aggirare” l’impatto delle sanzioni. Una misura già studiata da altre nazioni nel recente passato, come il Venezuela anch’esso nel mirino della Casa Bianca.

In realtà l’uso della moneta digitale non è del tutto nuovo per la nazione leader dell’islam sciita. Nel marzo scorso, il governo svedese avrebbe autorizzato un’impresa locale a fare affari con la Repubblica islamica usando i bitcoin - la più celebre moneta virtuale al mondo - per trasferire fondi in Iran. La moneta digitale potrebbe inoltre essere usata per creare fondi nel Paese, che verrebbero poi convertiti in un secondo momento nella moneta locale, il Rial e usati per investire nelle compagnie statali quotate alla borsa di Teheran.

Sull’uso delle cripto-valute non mancano però dubbi e perplessità di analisti ed esperti. La moneta digitale potrebbe costituire la via per aggirare gli sforzi internazionali volti a regolare le transazioni finanziarie e a imporre sanzioni. Del resto le nazioni finora più interessate alla nuova tecnologia sono Russia, Venezuela e Iran [secondo alcune fonti anche la Corea del Nord], tutti oggetto di sanzioni mirate da parte degli Stati Uniti. Del resto Washington ha già lanciato pesanti avvertimenti ai propri concittadini che decidono di acquistare queste valute, paventando pesanti ritorsioni legali.