Tunisi, centinaia di donne in marcia chiedono equi diritti all’eredità

Nella legge islamica alle figlie femmine è riconosciuta solo la metà di quanto ricevono i figli maschi. I timori di reazione da parte degli estremisti. La Tunisia si conferma motore del cambiamento nel mondo islamico.


Tunisi (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di donne tunisine si sono riversate in strada per chiedere pari diritti all’eredità, aprendo di nuovo il dibattitto sulla questione, spesso discusso in tutto il mondo islamico. Condiviso dalla gran parte dei Paesi a maggioranza musulmana, il sistema attuale si basa sulla sharia e concede alle donne solo metà dell’eredità riservata ai figli maschi.

La marcia si è tenuta il 10 marzo, con una forte presenza della polizia, ed è arrivata fino al parlamento. Le manifestanti chiedevano una legge che assicuri la stessa eredità a figli e figlie, ribadendo che la società tunisina è in evoluzione e può rimanere islamica pur modernizzando le proprie leggi. “Dobbiamo smettere di considerare questo argomento un tabù”, ha dichiarato Amina Rekik, leader del partito di opposizione Machrou’ Tounes. A fianco delle donne in marcia, hanno camminato diversi uomini.

“È vero che le donne tunisine hanno più diritti a paragone di altre donne arabe, ma noi vogliamo essere paragonate alle donne europee”, ha dichiarato  Kaouther Boulila, attivista. “Vogliamo solo i nostri diritti.”

Alcuni temono che una simile modifica possa scatenare l’ira degli estremisti nel Paese, già nel mirino di attacchi terroristici. Il presidente tunisino Beji Caid Essbsi aveva proposto una modifica della legge sulla successione lo scorso agosto, come parte dello sforzo di modernizzazione e adattamento alla nuova costituzione democratica. Per studiare il caso è stata stabilita una commissione speciale, che dovrebbe presentare le proprie conclusioni a giugno. La Tunisia si conferma ancora come motore del cambiamento nel mondo islamico, sin dall’indipendenza dalla Francia nel 1956, quando abolì la poligamia e riconobbe diritti alle donne. Lo scorso settembre, il governo di Tunisi ha riconosciuto il diritto alle donne musulmane a sposare uomini non-musulmani.

Il Paese è stato lodato per essere l’unica storia di successo della Primavera Araba del 2011, con la quale è stato rovesciato il regime di Ben Ali. Tuttavia, le nuove libertà politiche si scontrano con la delusione data dall’insoddisfacente crescita economica a cui si accompagna un’alta disoccupazione, motivo di migrazione di tanti giovani tunisini che avevano partecipato al movimento rivoluzionario.