Papa: a Pietrelcina, seguire le orme di padre Pio

Francesco oggi nella cittadina natale del santo e a san Giovanni Rotondo nel centenario dell’apparizione delle stimmate permanenti di San Pio e nel 50mo anniversario della sua morte. Nel suo paese natale “era fortemente tormentato nell’intimo e temeva di cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio”. “Il demonio – ha aggiunto – ci tenta”.

 


Pietrelcina (AsiaNews) – L’esempio di padre Pio faccia dei suoi concittadini “strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli”. Il suo insegnamento  sia di aiuto a una terra “in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro”. E’ cominciata a Pietrelcina, paese natale del santo con le stimmate, la visita che papa Francesco ha voluto compiere qui e a san Giovanni Rotondo nel centenario dell’apparizione delle stimmate permanenti di San Pio e nel 50mo anniversario della morte di Santo.

Arrivato nella cittadina campana qualche minuto prima delle 8, Francesco ha sostato  brevemente in preghiera nella cappella San Francesco davanti all’olmo delle stimmate e ha poi rivolto un saluto ad alcune migliaia di persone lì raccolte.

In questa comunità, ha ricordato il Papa, “egli temprò la propria umanità, imparò a pregare e a riconoscere nei poveri la carne del Signore, finché crebbe nella sequela di Cristo e chiese di essere ammesso tra i Frati Minori Cappuccini, diventando in tal modo fra Pio da Pietrelcina. Qui egli cominciò a sperimentare la maternità della Chiesa, della quale fu sempre figlio devoto”. “Egli amava la Chiesa, con tutti i suoi limiti e tutti i suoi peccati, la Chiesa santa e i peccatori”.

“Ci troviamo oggi nello stesso terreno sul quale padre Pio dimorò nel settembre 1911 per ‘respirare un po’ di aria più sana’ dopo che ne aveva ‘sperimentato la miglioria’ per il proprio fisico (Lettera 44, in Epistolario I, p. 233). In quel tempo, infatti, egli risiedeva nel suo paese natale per motivi di salute. Allora non c’erano gli antibiotici”.

“Quello non fu, per lui, un periodo facile: era fortemente tormentato nell’intimo e temeva di cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio”. “Il demonio – ha aggiunto – ci tenta”. “Con pochi poteva parlarne sia per via epistolare sia in paese: al solo arciprete don Salvatore Pannullo manifestò «quasi tutto» il suo «intento per averne dei rischiaramenti» (Lettera 57, in Epistolario I, p. 250)”.

“In quei terribili momenti padre Pio trasse linfa vitale dalla preghiera continua e dalla fiducia che seppe riporre nel Signore: «Tutti i brutti fantasmi che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù». Così scriveva al Ministro provinciale, padre Benedetto, nel marzo 1911, asserendo che il proprio cuore si sentiva «come attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento». «E questa fame e sete anziché rimanere appagata», dopo averlo ricevuto, «si accresce[va] sempre più» (Lettera 31, in Epistolario I, p. 217). Padre Pio si immerse quindi nella preghiera per aderire sempre meglio ai disegni divini. Attraverso la celebrazione della Santa Messa, che costituiva il cuore di ogni sua giornata, e la pienezza della sua spiritualità, raggiunse un elevato livello di unione con il Signore. In questo periodo, ricevette dall’alto speciali doni mistici, che precedettero il manifestarsi nelle sue carni dei segni della passione di Cristo”.

“Cari fratelli e sorelle di Pietrelcina e della diocesi di Benevento, voi annoverate san Pio tra le figure più belle e luminose del vostro popolo. Questo umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo. Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione tra noi edifica e costruisce. Un paese che litiga tutti i giorni non cresce, spaventala gente, mentre un paese dove tutti si vogliono bene cresce, cresce, si allarga”. “Per favore, pace tra vi, comunione tra voi. E se a qualcuno viene voglia di chiacchierare con un altro, mordetevi la lingua, vi farà bene”.

“Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro. La migrazione interna dei giovani”. “E per favore non emarginate i vecchi, sono la saggezza, che siano protagonisti del vostro paese”.

“L’intercessione del vostro Santo concittadino sostenga i propositi di unire le forze, così da offrire soprattutto alle giovani generazioni prospettive concrete per un futuro di speranza. Non manchi un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità”. “Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani, custodi della memoria”.

Incoraggio questa terra a custodire come un tesoro prezioso la testimonianza cristiana e sacerdotale di san Pio da Pietrelcina: essa sia per ciascuno di voi uno stimolo a vivere in pienezza la vostra esistenza, nello stile delle Beatitudini e con le opere di misericordia”.