Vietnam, cresce il mercato di schiavi
Per il governo il giro coinvolge circa 9 mila vittime, ma per le Ong le stime sono "troppo basse". La maggior parte sono donne che vengono rapite e costrette alla prostituzione in Cina.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Il mercato di schiavi in Vietnam continua quasi indisturbato ed i trafficanti che lo gestiscono eludono i controlli e continuano le loro attività. Lo sostengono diverse organizzazioni internazionali per i diritti dell'uomo. Secondo un portavoce della sezione Droga e crimine delle Nazioni Unite ad Hanoi "nonostante manchino dati certi, i traffici di schiavi sono di sicuro in aumento".

Il governo ha dichiarato che nell'ultimo anno sono stati circa 9 mila i vietnamiti rapiti, la maggior parte donne sotto i 25 anni, vendute in Cina per essere avviate al mercato della prostituzione. Le organizzazioni internazionali ritengono però queste stime "troppo basse".

La maggior parte dei trafficanti sono di nazionalità vietnamita e lavorano in collegamento con collaboratori cinesi. Per circuire le proprie vittime - in genere provenienti da villaggi poveri - usano diversi mezzi, come promesse di matrimonio con uomini ricchi o offerte di lavoro. Altre volte le persone vengono drogate e gettate in un camion. Oltre alle donne vengono rapiti molti bambini.

Appena l'anno scorso Vietnam e Cina avevano lanciato un'inedita campagna congiunta per fermare il flusso di schiavi fra i 2 Paesi. Alcuni gruppi di trafficanti sono stati scoperti, e sono state organizzate campagne informative nei villaggi. Il tentativo si è però rivelato inefficace contro le forze che dirigono il mercato, cioè l'aumento della mobilità congiunto ad una crescita economica che esclude le aree rurali e crea squilibri.

Nguyen Manh Te, funzionario del ministero vietnamita della Sicurezza, ha dichiarato che "la povertà è ritenuta dai più la causa principale dei traffici", ed ha aggiunto che "è difficile trovare la soluzione del problema".

L'ufficio dell'Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim) di Hanoi, una delle tante agenzie straniere che sostengono i programmi del Vietnam contro il traffico di schiavi, ha dichiarato che la mobilità è un grave ostacolo per la lotta ai trafficanti. "Ormai ci sono strade che consentono di raggiungere con facilità tutti i villaggi poveri del Vietnam - ha detto Andy Bruce capo della missione dell'Oim – e abusi e mobilità vanno di pari passo".