Cina, l'incubatrice dell'influenza aviaria

Necessario evitare che il pollame abbia contatti con uccelli selvatici. Ma nella Cina meridionale appare difficile controllare le piccole fattorie. Pericolo che il virus arrivi nel subcontinente indiano.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 2 dei 3 virus più pericolosi sviluppatisi nell'ultimo secolo (la SARS e l'influenza aviaria), sono nati nelle zone rurali della Cina meridionale, dove contadini e animali vivono in stretto contatto. Ora, tramite gli uccelli migratori, il virus varca le montagne.

Malik Peiris, microbiologo dell'università di Hong Kong che ha studiato con attenzione questi 2 virus, osserva che nella zona è concentrata una larga parte della popolazione mondiale, che vive a contatto con pollame, anatre, maiali, uccelli acquatici, animali che sono "importanti nella generazione di questi virus pandemici". "Non solo in Cina – precisa – ma nell'intero sud est asiatico".

Nel Guangdong, nella Cina meridionale, sono disseminate piccole fattorie con maiali che vivono all'aperto, polli e anatre che vanno in giro, il perfetto "sistema ecologico – osserva Paul Chan, microbiologo presso l'università della Cina – per l'emergere di nuove malattie".

Altri esperti rilevano che nelle zone rurali cinesi manca una seria assistenza medica. I contadini malati evitano di recarsi presso gli ospedali e i medici specialisti, sia perché si trovano solo in città sia perché debbono pagare ogni visita e medicina, con costi molto superiori alle loro possibilità.

Il virus H5N1, c.d. influenza aviaria, ha colpito un essere umano per la prima volta nel 1997. In pochi anni è divenuto endemico in molte zone dell'Asia, dove ha ucciso oltre 60 persone dal 2003. L'infezione è peggiorata quest'anno con il contagio degli uccelli migratori. Gli esperti hanno predetto che il virus si diffonderà in Europa e in Africa entro le prossime 2 stagioni migratorie. E' già arrivato nella Cina settentrionale, poi in Kazakistan, Mongolia e Russia e ormai in Turchia e nel delta del Danubio in Romania. E' stato anche trovato nelle regioni sud occidentali dello Xinjiang e del Tibet e si teme arrivi presto in Nepal e nel sub continente indiano.

Gli esperti della sanità avvertono che nelle zone rurali vanno adottate misure per evitare contatti tra il pollame e gli uccelli migratori e selvatici. Ma risulta difficile farle rispettare in tutte le piccole fattorie, dove da generazioni la popolazione vive allo stesso modo. (PB)