Dalle scuole cattoliche di Lahore acqua per i terremotati
di Inayat Bernard

A una settimana dal sisma, oggi il Paese si è unito in preghiera, mentre sale a 38 mila il bilancio ufficiale dei morti.


Lahore (AsiaNews) – Ad una settimana dal terremoto, il Pakstan prega per i suoi morti, superando, in questo momento, le divisioni confessionali, mentre continua l'impegno di solidarietà per portare soccorso ai sopravvissuti. Il bilancio ufficiale del sisma è intanto salito a 38 mila morti. Lo ha dichiarato un portavoce militare, il generale Shaukat Sultan, precisando che il numero dei feriti è arrivato a 62 mila. Nella Provincia della Frontiera Nord Occidentale, una delle più colpite, i morti sono oltre 12 mila e 500 villaggi sono ancora inaccessibili, ha aggiunto. L'ultimo bilancio ufficiale fornito dal Pakistan parlava di 25 mila morti.

Stamattina, dunque, a una settimana precisa dal disastro il Paese si è unito in preghiera. '"O Dio perdonaci per i nostri peccati - ha recitato poche ore fa l'imam della moschea Faisal d'Islamabad -Offri il Paradiso a chi ha perso la vita e dona coraggio a pazienza ai loro cari". Centinaia di persone si sono riunite alla moschea e la preghiera, iniziata alle 08.52, l'ora del terremoto, è stata trasmessa in diretta televisiva a tutto il Pakistan.

Il 14 ottobre scorso, su iniziativa del Consiglio nazionale per il Dialogo interreligioso (Ncifd), si è tenuto a Lahore una preghiera speciale con mille bambini di tutte le religioni. I giovani hanno pregato per i morti, i feriti e i soccorritori stranieri.

Continua anche la solidarietà dei cattolici: il 13 ottobre, si è conclusa la tre giorni di attività a favore di terremotati, promossa dalle scuole di Lahore guidate dai frati Cappuccini. Sotto la supervisione del vicario provinciale dell'Ordine, frate Francis Nadeem, i bambini delle 4 scuole hanno raccolto 3 mila bottiglie di acqua minerale, tra i beni più urgenti in questa prima fase dei soccorsi. I piccoli studenti hanno assicurato che continueranno la raccolta per le vittime del sisma. Gli insegnanti, dal canto loro, hanno devoluto l'equivalente del loro stipendio di un giorno a favore del Fondo istituito dal presidente Musharraf per l'emergenza.

Sempre coordinati da frate Nadeem, i cristiani di Lahore stanno lavorando con i musulmani in un campo di aiuti. Istituito dal Consiglio nazionale per il Dialogo interreligioso , al campo sono arrivati aiuti per 50 mila rupie: abiti, coperte, cibo. Il tutto viene raccolto e spedito a un centro gestito dall'esercito a Lahore, che provvede a smistarlo nelle zone più colpite al nord.

Al campo hanno donato diverso materiale anche i musulmani. Intanto l'ala femminile dell'Ncifd, insieme ai leader religiosi musulmani, cristiani, indù e sikh, hanno intenzione di organizzare una campagna congiunta di raccolta fondi per i terremotati.