Post tsunami, Onu: troppo lenta la ricostruzione ad Aceh
I fondi ci sono, ma molte delle Ong nazionali e internazionali hanno calcolato male gli aiuti a lungo termine. Decine di migliaia di persone vivono ancora in tendopoli.

Banda Aceh (AsiaNews/Agenzie)  Il coordinatore Onu per i soccorsi di emergenza, Jan Egeland, ha detto che la ricostruzione nella provincia indonesiana di Aceh, la più colpita  dallo tsunami, procede troppo lentamente. Secondo Egeland la regione avrebbe bisogno di una direzione migliore e di un coordinamento più efficace.

Il funzionario delle Nazioni Unite sottolinea che le organizzazioni hanno "abbastanza denaro" da usare; il problema è che molte delle Ong nazionali e internazionali hanno calcolato male gli aiuti a lungo termine. Decine di migliaia di persone vivono ancora in tendopoli in pessime condizioni igieniche e la situazione è destinata a peggiorare a causa dell'imminente stagione delle piogge che inizia questo mese.

"Nella fase di emergenza – ammette Egeland, in visita ad Aceh – abbiamo lavorato bene, ma la ricostruzione va più lentamente di quanto speravamo". "È chiaro che ora dobbiamo muoverci più velocemente per trasferire gli sfollati dalle tende in abitazioni permanenti; tutte le agenzie e Ong hanno bisogno di lavorare di più insieme".

Subito dopo lo tsunami, che il 26 dicembre scorso ha ucciso 232 mila persone nel sud est asiatico – 170 mila solo ad Aceh – la comunità internazionale ha promesso più di 4 miliardi di dollari di aiuti all'Indonesia.

Il mese scorso l'Onu ha pubblicato un progetto che prevede la costruzione di 15 mila case prefabbricate nei prossimi 6 mesi. Dal canto suo l'agenzia governativa indonesiana per la il dopo tsunami dichiara di essere impegnata nella costruzione di altre 20 mila case.