A Beirut si dà per certo il prolungamento della commissione Mehlis
di Youssef Hourany
Il rapporto atteso per il 21 non potrà dare risposte definitive sull'assassinio di Hariri. Mehlis chiederà di interrogare fuori dalla Siria ufficiali e funzionari di Damasco. Stato d'allerta in Libano

Beirut (AsiaNews) – Sembra ormai certo che non ci potranno essere risposte definitive nel rapporto della commissione internazionale di inchiesta sull'assassinio di Rafic Hariri, che dovrebbe essere reso pubblico il 21 ottobre: secondo fonti diplomatiche in Libano, il giudice tedesco Mehlis, responsabile del rapporto, chiederà con ogni probabilità un prolungamento dell'inchiesta, sembra fino al 15 dicembre.

Ciò malgrado, con l'avvicinarsi dello spettro del rapporto, il Libano intero trattiene il respiro, tanto sul piano politico che su quello della sicurezza.  Pattuglie dell'esercito sorvegliano le città e le principali vie di comunicazione, è stata aumentata la protezione intorno alle ambasciate ed alle organizzazioni culturali straniere, agli edifici pubblici ed alle sedi dei media. Il ministro degli interni, Hassan Sabeh ha dichiarato: "abbiamo preso misure che si avvicinano a quelle per uno stato d'assedio, per far fronte ad ogni reazione che potrebbe seguire alla pubblicazione del rapporto".

Ieri, domenica, le fonti sostenevano che Mehlis nel suo rapporto chiederà al segretario dell'Onu l'autorizzazione "ad ascoltare fuori dal territorio siriano ufficiali e funzionari siriani, come testimoni nell'operazione di uccisione di Hariri". Il luogo dell'interrogatorio sarà fissato, secondo le stesse fonti, da Mehlis e Annan, dopo che gli interrogatori recentemente condotti in Siria dalla commissione "non hanno dato i risultati attesi a livello della cooperazione delle autorità siriane".

Intanto il portavoce del Dipartimento di Stato, a Washington, Adam Ereli, in una dichiarazione a Radio Sawa, ha dichiarato che gli Stati Uniti "continueranno a pretendere una completa cooperazione di tutte le parti interessate con la commissione Mehlis per l'applicazione della risoluzione 1559", aggiungendo che la questione del prolungamento della missione del giudice tedesco è discussa "da tempo" all'interno del Consiglio di sicurezza.