Nilotpal Das e Abhijeet Nath erano sospettati di essere rapitori di bambini. Le autorità chiedono ad altre 70 persone di cancellare da cellulari e profili social notizie false e video contraffatti. Nell’ultimo mese, almeno sette persone aggredite in tutta l’India per accuse senza fondamento.
Mumbai (AsiaNews) – Le autorità dell’Assam (India orientale) hanno arrestato 65 persone per il linciaggio di due presunti rapitori di bambini. Il crimine scaturisce dalla diffusione di una fake news sulla presenza di una banda di sequestratori. Per la diffusione della notizia falsa, sono state arrestate circa 40 persone. Altri 25 sono stati tradotti in carcere in quanto autori materiali del delitto.
L’incidente è avvenuto l’8 giugno, quando Nilotpal Das, un artista di Goa, e l’amico Abhijeet Nath sono stati accerchiati e picchiati fino alla morte nel villaggio di Panjuri Kachari. I due ragazzi si erano fermati con la macchina per chiedere indicazioni stradali, ma gli abitanti del villaggio credevano che fossero stranieri implicati nel traffico di minori.
A portare al brutale omicidio sono stati falsi messaggi e video manipolati circolati su famose piattaforme di messaggistica online come WhatsApp. In India la diffusione di fake news ha innescato una vera mania contro presunti rapitori di bambini. Per questo la sola presenza di persone straniere, sconosciute alla popolazione locale, o che non parlano il dialetto regionale ha portato nell’ultimo mese al linciaggio di almeno sette innocenti in tutto il Paese.
Le autorità lamentano che dopo che una notizia falsa viene fatta circolare sui social, è difficile frenarne la propagazione. Pertanto la polizia di Assam ha chiesto ad almeno 70 persone interrogate nel caso del linciaggio dei due giovani di cancellare video e altri contenuti falsificati dai propri telefoni cellulari e dagli account social.
La falsificazione ha colpito le stesse autorità: alcuni hacker hanno creato un profilo Facebook a nome del commissario di polizia di Guwahati Hiren Chandra Nath. Attraverso la sua pagina diffondevano messaggi di odio. La polizia è stata costretta a emettere una nota in cui dichiara che il poliziotto non è attivo sui social media.