Dialogo e rispetto per una pace ‘giusta e duratura’ a Mindanao

Il documento del People’s Peace Network indica le linee guida per un vero processo di riconciliazione, in un territorio devastato dai conflitti armati. Gruppi armati e autorità sono invitati “al mutuo rispetto, ad un dialogo sincero e a negoziati veritieri”.


Mindanao (AsiaNews) – “La sola via per la pace è la pace!”. È l’appello lanciato dal People’s Peace Network (Ppn), rete che raccoglie le diverse organizzazioni impegnate per una “pace giusta e duratura” nell’isola di Mindanao. Leader religiosi ed esponenti della società civile hanno redatto la Peoples’ Peace Agenda (Ppa), in rappresentanza di agricoltori, giovani, donne e tribali.

Il documento intende indicare le linee guida per un vero processo di riconciliazione in un territorio devastato dai conflitti armati. Presentata al People’s Peace Summit del 29 novembre 2017, la Ppa ha ricevuto il sostegno anche delle autorità governative e dei ribelli marxisti del National Democratic Front of the Philippines (Ndfp).

Gli esponenti del Ppn sottolineano le principali cause di violenze e violazioni dei diritti umani a Mindanao. Esse sono:

-          Gli annosi ritardi nell’attuazione della Bangsamoro Basic Law (Bbl), la legge per l’autonomia del territorio a maggioranza islamica;

-          lo stallo nei negoziati di pace tra il governo di Manila ed il Ndfp, riaperti pochi mesi dopo l’elezione del presidente Rodrigo Duterte;

-          l’imposizione della Legge marziale sull’isola, disposta da Duterte in riposta all’assedio islamista di Marawi e prolungata fino al 31 dicembre 2018 dal Congresso;

-          l’intensificarsi delle operazioni militari contro presunti sostenitori o simpatizzanti del Partito comunista delle Filippine (Cpp) e del New People’s Army (Npa), organizzazioni in seno al Ndfp dichiarate “terroriste” dal governo. Stimate intorno alle 3mila unità, le forze ribelli conducono una guerriglia da quasi 50 anni, in un conflitto che ha ucciso più di 40mila persone.

“La ricerca della pace è ancora la scelta migliore – affermano gli attivisti – Essa pone una grande sfida per le organizzazioni ecclesiali e della società civile a raddoppiare gli sforzi per raggiungerla. Se solo per salvare vite umane e costruire una società giusta e umana, la ricerca della pace non può mai essere abbandonata”.

La Peoples’ Peace Agenda è un richiamo “al mutuo rispetto, ad un dialogo sincero e a negoziati veritieri”. Essa invita tutti i gruppi armati (esercito, marxisti dell’Npa e musulmani del Milf e Mnlf) ad evitare scontri armati, distruzioni di proprietà e reclutamenti forzati tra i tribali; a rispettare la neutralità delle scuole e la “santità” di chiese e luoghi di culto; a preservare la sicurezza ed i diritti dei civili.

Sostegno alle iniziative di pace, sviluppo, giustizia e trasparenza è invece quanto richiesto alle autorità locali e nazionali. Esse sono esortate a risolvere le ingiustizie, passate e presenti, che affliggono la popolazione: le dispute per la terra, le uccisioni extragiudiziarie (tra cui il caso di p. Tentorio), la mancanza di servizi di base e incentivi all’educazione.

“Costruiamo insieme un'atmosfera di pace e dialogo. Questo è il nostro posto, la nostra casa, siamo tutti figli di Dio e tutti sogniamo una Mindanao pacifica!”, conclude il documento.