Papa: i comandamenti sono parole del Padre, cammino alla libertà

“Fin dall’inizio, il Tentatore vuole ingannare l’uomo e la donna”, convincendoli che “Dio ha vietato loro di mangiare il frutto dell’albero del bene e del male per tenerli sottomessi. La sfida è proprio questa: la prima norma che Dio ha dato all’uomo, è l’imposizione di un despota che vieta e costringe, o è la premura di un papà che sta curando i suoi piccoli?”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – “I comandamenti sono il cammino alla libertà perché sono la parola del Padre che ci fa liberi”. Papa Francesco ha sintetizzato così, a braccio, la sua catechesi per l’udienza generale nella quale, proseguendo il nuovo ciclo di riflessioni dedicate ai Comandamenti, ha parlato del tema: “Dieci Parole’ per vivere l’Alleanza”.

Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale – preceduta da un incontro nell’aula Paolo VI con un gruppo di oltre 200 ammalati di SLA in occasione della Giornata mondiale a essi dedicata, che si celebra domani, 21 giugno. Francesco ha dunque detto che “nella Bibbia i comandamenti non vivono per sé stessi, ma sono parte di un rapporto, di una relazione, quella dell’Alleanza  fra Dio e il suo Popolo. All’inizio del capitolo 20 del libro dell’Esodo, questo è importante, leggiamo: «Dio pronunciò tutte queste parole». Sembra un’apertura come un’altra, ma niente nella Bibbia è banale. Il testo non dice: ‘questi comandamenti’, ma «queste parole». La tradizione ebraica chiamerà sempre il Decalogo ‘le dieci Parole’. E il termine ‘decalogo’ vuol dire proprio questo. Eppure hanno forma di leggi, sono oggettivamente dei comandamenti. Perché, dunque, l’Autore sacro usa, proprio qui, il termine ‘dieci parole’, e non ‘dieci comandamenti’?”.

“Che differenza c’è fra un comando e una parola? Il comando è una comunicazione che non richiede il dialogo. La parola, invece, è il mezzo essenziale della relazione come dialogo. Dio Padre crea per mezzo della sua parola, e il Figlio suo è la Parola fatta carne. L’amore si nutre di parole, e così l’educazione o la collaborazione. Due persone che non si amano, non riescono a dialogare”. “Dio si comunica in queste 10 parole e aspetta la nostra risposta”. “Altro è ricevere un ordine, altro è percepire che qualcuno cerca di parlare con noi. «Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità. Si realizza per il piacere di parlare e per il bene concreto che si comunica tra coloro che si vogliono bene per mezzo delle parole. È un bene che non consiste in cose, ma nelle stesse persone che scambievolmente si donano nel dialogo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 142)”.

“Ma questa differenza non è una cosa artificiale, guardiamo cosa è successo all’inizio. Fin dall’inizio, il Tentatore vuole ingannare l’uomo e la donna su questo punto: vuole convincerli che Dio ha vietato loro di mangiare il frutto dell’albero del bene e del male per tenerli sottomessi. La sfida è proprio questa: la prima norma che Dio ha dato all’uomo, è l’imposizione di un despota che vieta e costringe, o è la premura di un papà che sta curando i suoi piccoli e li protegge dall’autodistruzione? E’ una parola o è un comando? La più tragica, fra le varie menzogne che il serpente dice a Eva, è la suggestione di una divinità invidiosa e possessiva. Dio è invidioso di voi. I fatti dimostrano drammaticamente che il serpente ha mentito (cfr Gen 2,16-17; 3,4-5). Ha fatto credere che una parola di amore era un comando. L’uomo è di fronte a questo bivio: Dio mi impone le cose o si prende cura di me? I suoi comandamenti sono solo una legge o contengono una parola? Dio è padrone o Padre? Dio è padre, non dimenticate mai questo. Anche nelle situazioni più brutte. Siamo sudditi o figli? Questo combattimento, dentro e fuori di noi, si presenta continuamente: mille volte dobbiamo scegliere tra una mentalità da schiavi e una mentalità da figli. Comandamento è dal padrone, la parola è dal padre".

"Lo Spirito Santo è uno Spirito di figli, è lo Spirito di Gesù. Uno spirito da schiavi non può che accogliere la Legge in modo oppressivo, e può produrre due risultati opposti: o una vita fatta di doveri e di obblighi, oppure una reazione violenta di rifiuto. Tutto il Cristianesimo è il passaggio dalla lettera della Legge allo Spirito che dà la vita (cfr 2 Cor 3,6-17).Gesù è la Parola del Padre, non è la condanna del Padre. Gesù è venuto a salvarci con la sua parola, non a condannarci. Si vede quando un uomo o una donna hanno vissuto questo passaggio oppure no. La gente si rende conto se un cristiano ragiona da figlio o da schiavo. E noi stessi ricordiamo se i nostri educatori si sono presi cura di noi come padri e madri, oppure se ci hanno solo imposto delle regole. I comandamenti sono il cammino alla libertà perché sono la parola del Padre che ci fa liberi. Il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli".