Il Gran Muftì d'Egitto e papa Shenouda III condannano in un messaggio comune le violenze di sabato davanti alla chiesa di S. Giorgio. Il dialogo e la comprensione sono "le armi per sconfiggere divisioni e rancori".
Alessandria (AsiaNews) "Tristezza e sofferenza" per ciò che è accaduto davanti alla chiesa di S. Giorgio "soprattutto durante il mese di Ramadan, dedicato a preghiera, perdono e tolleranza".
Papa Shenouda III, leader spirituale della Chiesa coopta ortodossa d'Egitto, e Mouhammad Sahid El Tantawi, Gran Muftì d'Egitto, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta indirizzata a cristiani e musulmani in cui "condannano gli ultimi incidenti" ed esortano i fedeli a "dimenticare il linguaggio della violenza, che non fa parte del patrimonio cristiano né di quello musulmano".
I 2 leader religiosi rivolgono un appello alle comunità coinvolte negli incidenti, pregandole di "puntare sul dialogo e sull'ascolto reciproco", senza lasciare "alcuna occasione al maligno, che vuole creare divisione e rancori". Il riferimento sembra essere indirizzato alla "Fratellanza musulmana", l'organizzazione composta da fondamentalisti islamici accusati di aver promosso gli ultimi incidenti forse in vista delle prossime elezioni amministrative in Egitto.
Souleiman Awad, portavoce della presidenza egiziana, ha comunicato in conferenza stampa "i sentimenti di disagio" del presidente Hosni Moubarak ed a chiesto di "riscoprire i valori comuni che legano i musulmani ai loro connazionali copti, che sono il tessuto sociale egiziano".
La comunità cristiana copta costituisce il 10 % della popolazione su 72 milioni di abitanti, a larga maggioranza islamica (89 %). I cristiani lamentano discriminazioni negli impieghi pubblici e sul posto di lavoro; difficoltà nell'ottenere permessi per la costruzione delle chiese; paura di violenze, se qualche musulmano si converte al cristianesimo. Vi sono anche accuse di conversioni forzate all'islam.