Laos, crolla diga in costruzione: centinaia i dispersi. Si teme una strage

L’impianto di Xepian-Xe Nam Noy ha rilasciato sul territorio circa 5 miliardi di metri cubi di acqua, ovvero più di due milioni di piscine olimpioniche. Oltre 6.600 persone sono ora senzatetto. Funzionari della provincia hanno lanciato un appello per gli aiuti umanitari alle vittime dell’inondazione.


Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di persone sono disperse ed un numero imprecisato si ritiene morto dopo il crollo di una diga idroelettrica nel Laos sudorientale. È quanto riferiscono oggi i media di Stato. L'incidente è avvenuto ieri notte nei pressi di Attapeu, capoluogo dell’omonima provincia. Con il suo cedimento, la diga della Xe Pian Xe Namnoy ha rilasciato sul territorio circostante circa 5 miliardi di metri cubi di acqua, ovvero più di due milioni di piscine olimpioniche.

Le autorità hanno utilizzato barche per assistere nell’evacuazione i residenti nel distretto di San Sai, minacciati dall’innalzamento del livello delle acque. Diverse case nella parte meridionale del distretto sono state spazzate via. Più di 6.600 persone sono ora senzatetto. Funzionari della provincia hanno lanciato un appello per gli aiuti umanitari alle vittime dell’inondazione.

I gruppi ambientalisti hanno sollevato da anni preoccupazioni circa le ambizioni idroelettriche del Laos, compresi i timori per l'impatto delle dighe sul fiume Mekong; in particolare, sulla sua flora e fauna, sulle comunità rurali e sulle economie locali che da esso dipendono. Ciò nonostante, diverse dighe sono in costruzione o in via di progettazione nel Paese comunista, povero e senza sbocchi sul mare. Esso esporta la maggior parte dell'energia idroelettrica in nazioni confinanti come la Thailandia.

La diga da 1,2 miliardi di dollari Usa fa parte di un progetto della Xe Pian Xe Namnoy Power Company (Pnpc), compagnia con sede a Vientiane e costituita da una joint venture nel 2012. La sua costruzione è iniziata nel 2013. Tra le società coinvolte nell’iniziativa vi sono la thailandese Ratchaburi Electricity Generating Holding, la sudcoreana Korea West Power e la Lao Holding State Enterprise, società gestita dallo Stato.

Secondo il sito web della compagnia, l’impianto da 410 megawatt avrebbe dovuto iniziare le operazioni commerciali entro il 2019. Il progetto prevedeva l’esportazione in Thailandia del 90% dell’energia elettrica prodotta, mentre il restante sarebbe stato distribuito sulla rete locale.