Giornalista giapponese rapito in Siria: ‘Salvatemi adesso’

Jumpei Yasuda appare in un video e chiede di essere salvato. Scomparso nel 2015, era entrato nella Siria nord occidentale dalla Turchia. Si pensa sia ostaggio di Al Nusra. Divulgato anche un altro video dell’italiano Alessandro Sandrini rapito nell’ottobre 2016. Anche le sue condizioni sembrano critiche.


Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Il governo di Tokyo si sta muovendo per cercare di liberare il giornalista, riconosciuto come Jumpei Yasuda (foto 1), scomparso in Siria nel 2015. L’uomo compare in un video divulgato a luglio da alcune agenzie che monitorano le attività dei jihadisti.  

Nel video, l’uomo si identifica come un sudcoreano di nome Umar. Tuttavia le autorità ritengono si tratti del giornalista giapponese scomparso. Il video dura circa 20 secondi e si intitola "Appello di un ostaggio giapponese in Siria".

L'uomo nel video dice in giapponese: “Il mio nome è Umar. Sono sudcoreano. Oggi è il 25 luglio 2018. Sono tenuto in un ambiente terribile. Per favore salvatemi adesso”.

Ieri, in una conferenza stampa il segretario del capo di gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato: “Stiamo facendo ogni sforzo possibile per affrontare questa situazione, utilizzando varie reti".

Yasuda è scomparso dopo essere entrato nella Siria nord-occidentale nel giugno 2015. Si ritiene che sia stato preso in ostaggio dal Fronte Al-Nusra.

I video e le foto sono stati pubblicati online e passati ai media da un uomo siriano, che afferma di aver ottenuto il materiale da una persona che negozia per conto del gruppo estremista.

Sempre a luglio è stato pubblicato un altro video di un italiano rapito in Turchia nell’ottobre 2016 e, secondo le autorità, detenuto in Siria. Alessandro Sandrini (foto 2), di Brescia, nel video afferma che è il 19 luglio. Anche le sue condizioni sembrano critiche: “Sono due anni che sono in carcere e non ce la faccio più, sono stanco dentro. Chiedo all'Italia di chiudere questa situazione in tempi veloci perché hanno detto chiaramente che sono stufi, che mi uccideranno”.