Leader religiosi indiani: "Il mondo non risponde al pianto del Kashmir"

Per l'arcivescovo di Bhopal "non si è visto lo stesso zelo con cui la gente ha reagito allo tsunami". Creata una Commissione interreligiosa per raccogliere fondi e materiale di primo soccorso.


Jabalpur (AsiaNews/Ucan) – Rappresentanti cattolici, indù e musulmani si sono incontrati il 23 ottobre a Bhopal - capitale dello stato centrale del Madhya Pradesh - per raccogliere fondi e beni di prima necessità da inviare ai sopravvissuti del terremoto dell'8 ottobre. Durante l'incontro i capi religiosi hanno sottolineato che il mondo sta rispondendo "in maniera fredda" a questa tragedia.

Mons . Pascal Topno, arcivescovo di Bhopal, ha annunciato la creazione di una Commissione interreligiosa con la scopo di raccogliere beni d'emergenza e di "sensibilizzare le persone sulla necessità di essere più generosi" nei confronti dei colpiti dal terremoto. Per il presule la popolazione mondiale "ha risposto in maniera spontanea" davanti alla tragedia dello tsunami che ha devastato il Sud Est asiatico, ma ha aggiunto che "lo stesso zelo non si è visto" per questo disastro.

Abdul Jabba, membro musulmano della Commissione, sostiene che i connazionali delle vittime non hanno dimostrato "amore o solidarietà" nonostante i ripetuti appelli delle autorità politiche. "E' il momento giusto – afferma – per dimostrare al Kashmir che è parte integrante dell'India  e che il resto della nazione soffre per loro".

Secondo Ramchandra Bhargav, indù, né la stampa né le organizzazioni sociali hanno ascoltato "il pianto con cui il Kashmir chiede aiuto". Spesso i media indiani lanciano delle raccolte fondi per aiutare le vittime di qualche evento naturale, ma in questo caso la reazione "non è stata particolare né incoraggiante".

"I nostri sforzi – conclude – non sono mirati solo alla raccolta dei beni, ma al far comprendere che siamo con loro, che sono parte della nostra vita".