Le tensioni sono tornate al massimo dopo un incidente al confine in cui sono morti due militanti di Hamas. Lanciati 150 razzi in Israele, 11 feriti nella città di Sderot. Esercito israeliano: attaccati 140 siti militari palestinesi, vicini a un’operazione su Gaza.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Esplode di nuovo la violenza al confine di Gaza: questa notte, le forze armate israeliane hanno condotto una serie di raid lungo la Striscia, in risposta a un lancio di razzi condotto da Hamas.
Le tensioni sono tornate a salire due giorni fa, quando l’esercito israeliano (Idf) ha ucciso due militanti di Hamas. Lo scontro sembra esploso a causa di un’incomprensione: i palestinesi stavano conducendo un’esercitazione, interpretata come attacco dall’Idf, che ha quindi aperto il fuoco. L’autorità palestinese della Striscia ha promesso di vendicarsi e in seguito ha ripreso il lancio di razzi nel territorio israeliano. Al sesto dei 150 missili lanciati da Hamas, Israele ha iniziato la rappresaglia. L’Idf afferma di aver colpito 140 “siti militari” palestinesi.
Tre palestinesi hanno perso la vita. Fra le vittime vi è Enas Khammash, una donna di 23 anni incinta, e sua figlia Bayan di 16 mesi. I razzi di Hamas sono atterrati per lo più in aree aperte. Alcuni hanno raggiunto la città di Sderot, ferendo 11 persone.
È la terza volta che si riaccende il conflitto da luglio, nonostante le pressioni dei funzionari dell’Onu e dell’Egitto per una tregua a lungo termine. Sono mesi che la situazione al confine è infiammata: dall’inizio delle manifestazioni il 30 marzo sono stati uccisi più di 165 palestinesi. La prospettiva di un cessate il fuoco appare improbabile. “Non vediamo la fine dell’escalation – afferma un alto ufficiale israeliano – ci stiamo avvicinando a un’operazione in Gaza”. Secondo il militare, Israele si sta preparando allo scontro.