Corte suprema indiana: il sesso tra gay non è reato

I giudici aboliscono la Sezione 377 del Codice penale. La norma risaliva al dominio coloniale britannico. I trasgressori venivano puniti con la reclusione fino a 10 anni. Nel 2016, registrati 2.187 casi.


New Delhi (AsiaNews) – Con una storica sentenza, stamane la Corte suprema indiana ha stabilito che i rapporti sessuali tra adulti consenzienti non è più un reato. La decisione arriva dopo anni di battaglie da parte dei gruppi Lgbt che difendono i diritti degli omosessuali. I giudici affermano così che “la discriminazione basata sull’orientamento sessuale è una violazione dei diritti fondamentali”. Ad AsiaNews mons. Savio Fernandes, dell’arcidiocesi di Mumbai, dichiara: “La Chiesa cattolica non ha mai considerato l’omosessualità come un crimine. Le punizioni contro i gay devono cessare. Tutti meritano rispetto e inclusione”.

La sentenza ha suscitato un’ondata di apprezzamento in tutto il Paese. Con il verdetto, raggiunto a maggioranza, i giudici invalidano la Sezione 377 del Codice penale indiano, che definisce come “reati contro natura” i rapporti tra persone dello stesso sesso e punisce i trasgressori con la reclusione fino a 10 anni di carcere. La normativa risale al 1860 ed era stata approvata sotto il dominio coloniale britannico.

I giudici hanno anche stabilito che continua a essere reato il sesso con animali e minori. Sebbene la maggior parte degli indiani che vivono nelle grandi città fosse da tempo in favore dell’abolizione della norma, vi erano ancora sacche d’opposizione da parte di gruppi religiosi conservatori e nei villaggi rurali. Un passo in avanti decisivo in vista della decriminalizzazione dei rapporti omosessuali si era verificato nel luglio scorso, quando il governo dell’Unione ha deciso che non si sarebbe opposto al giudizio della Corte suprema.

Per gli attivisti Lgbt, la Sezione 377 era una “reliquia” dell’antica dominazione imperiale. Secondo i dati ufficiali, nel 2016 sono stati registrati 2.187 casi per “reati contro natura”; sette persone sono finite in carcere, altre 16 sono state prosciolte. In tutto il mondo, sono 72 i Paesi che considerano illegali le relazioni tra partner dello stesso sesso.