Hokkaido, si cercano i superstiti sepolti nel fango

Nove i morti accertati, altri nove in gravissime condizioni. I dispersi sono 24. Metà dell’isola è ancora al buio. Difficoltà soprattutto per gli anziani che vivono nei grattacieli. Caritas Giappone pronta ad intervenire. Fra Narcisio, da più di 50 anni in Giappone: Mai percepito un terremoto simile. Missionario: Le Chiese sono intatte, difficoltà a mettersi in contatto con i parrocchiani.


Sapporo (AsiaNews) – Si scava senza sosta nel fango con poche speranze di trovare sopravvissuti, dopo il terremoto che ieri mattina ha scosso l’isola di Hokkaido. Il sisma ha ucciso almeno nove persone e ridotto altre nove in arresto cardiorespiratorio. Sono circa 24 le persone ancora disperse nella città rurale di Atsuma, dove si sono verificati la maggior parte dei decessi. Il sisma ha provocato il crollo di un pendio, trascinando nel fango un gruppo di abitazioni.

Il terremoto ha lasciato per ore Hokkaido al buio, provocando un blackout totale. Al momento, circa 1,6 milioni di case sono ancora prive di energia elettrica, ripristinata nel restante 40% delle abitazioni.

Fra Narciso Cavazzola, frate francescano a Sunagawa (centro-ovest di Hokkaido) in Giappone da più di 50 anni, era a Sapporo per un ritiro spirituale, quando la terra ha tremato. “È stata una scossa molto forte – racconta – Siccome l'edificio in cui eravamo è di cemento armato, abbiamo avuto una grande paura, ma non abbiamo subito danni e non ci sono stati feriti. Non avevo mai percepito un terremoto di settimo grado, è stato spaventoso”.

P. Ignacio Martinez, missionario di Guadalupe e direttore del dipartimento affari sociali della Conferenza episcopale, racconta le difficoltà dei residenti. “Vista l’ora del terremoto, le 3.08 del mattino, molti stavano dormendo, e per questo hanno subito un pesante shock. È stato molto difficile, senza luce, gas, acqua, trovare da mangiare, soprattutto il primo giorno”. P. Martinez aggiunge che uno dei problemi più grandi è portare aiuto alle persone anziane che vivono sole, e che sono bloccate in grattacieli senza corrente elettrica. Il governo ora sta stabilendo centri di raccolta presso scuole e palestre. Il missionario aggiunge che non vi sono danni importanti agli edifici della diocesi, ma che non ci sono notizie certe sui parrocchiani. “Il problema – spiega p. Martinez – è che nell’isola vi è molta acqua, e il terremoto ha provocato la liquefazione del terreno. È per questo che case e palazzi sono crollati. Ci vorrà tempo per ripristinare strade e ferrovie, e riportare l’elettricità in alcune parti della regione”.

Contattata da AsiaNews, Caritas Giappone riferisce di essere in linea diretta con la diocesi di Sapporo, e di essere pronta a intervenire con i soccorsi.

Negli ultimi mesi, il Giappone è stato sconvolto da una serie di disastri naturali, che è costata la vita di centinaia di persone. Il tifone di pochi giorni fa ne ha uccise 11, le piogge torrenziali di luglio più di 200. A giugno, un terremoto ad Osaka aveva ucciso cinque persone, ferendone più di 350. L’agenzia meteorologica mette in allerta sul rischio di nuove scosse.