Teheran e Baghdad: no al dollaro nel commercio bilaterale

Imposto anche un tetto massimo di 10mila euro all’introduzione di valuta europea o di altra valuta straniera; proibita la moneta Usa. Necessario rafforzare il sistema bancario per sostenere gli scambi commerciali fra i due Paesi. Vice-presidente iraniano: le sanzioni Usa sono “molto efficaci, momento difficile e delicato”. 

 


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità irakene hanno deciso di rimuovere in via ufficiale il dollaro Usa come moneta di riferimento nei commerci bilaterali con l’Iran. Al contempo, agli uomini di affari e ai visitatori diretti nella Repubblica islamica sarà imposto un limite legale di euro - utilizzati in sostituzione della valuta statunitense - che potranno portare con sé.  

I media iraniani hanno rilanciato in queste ore una nota diffusa dalle Autorità doganali irakene, secondo cui i passeggeri potranno detenere un massimo di 10mila euro o il valore corrispondente di un’altra valuta straniera. Rispetto al passato, in cui era stato stabilito un limite massimo, viene oggi proibita l’introduzione della moneta verde in Iran. 

Oltre al passaggio dal dollaro statunitense a valute alternative, i commercianti iraniani e irakeni si sono impegnati a rafforzare le operazioni di scambio. Tuttavia, il sistema bancario necessita di ulteriori miglioramenti, perché solo una piccola fetta della bilancia commerciale fra le due nazioni passa attraverso il sistema bancario. “Risolvere questo problema - afferma il capo della Camera di commercio Iran-Iraq - deve costituire una priorità”. 

L’Iraq è il secondo partner commerciale dell’Iran, dopo Pechino. Le esportazioni cinesi riguardano però in larga maggioranza prodotti petrolchimici, mentre Baghdad acquista una grande varietà di beni dall’Iran, contribuendo a sostenerne il tasso di occupazione.

Nel maggio scorso il presidente Usa Donald Trump ha ordinato il ritiro dall’accordo nucleare (Jcpoa), introducendo nuove sanzioni contro Teheran, le più dure della storia. Una decisione che ha provocato un significativo calo nell’economia iraniana dopo anni di decisa crescita; a farne le spese, è stata in primis la parte più debole e vulnerabile della popolazione.

La conferma arriva dal primo vice-presidente iraniano Es'haq Jahangiri, il quale ha ammesso ieri che le sanzioni Usa si sono rivelate “molto efficaci”. Per questo il Paese, aggiunge, sta attraversando “un momento difficile e delicato”, anche se non ha ancora raggiunto lo “stallo”. “Gli Stati Uniti - ha concluso il vice-presidente - hanno dichiarato una guerra economica contro di noi. Nel frattempo stanno scatenando un attacco politico e mediatico, per influenzare l’opinione pubblica in Iran”.