Vescovi indiani pregano per le vittime di Delhi e condannano le violenze
di Nirmala Carvalho

Il cardinal Toppo, presidente della Cbci, afferma che "la violenza non è mai una risposta, ma genera solo altro caos". Alla condanna mondiale si unisce oggi Ryad: "Ancora una volta, siamo uniti per sconfiggere il terrore".


New Delhi (AsiaNews) – La "solidarietà e preghiera più profonda" della Conferenza episcopale indiana va "alle famiglie che sono state private di vite preziose. Preghiamo affinché Dio conceda la pace a queste anime e dia forza a coloro che hanno subito delle gravi perdite". Così il card. Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha parlato delle 3 bombe che sabato hanno ucciso 61 persone a New Delhi.

"Gli atti di violenza – ha continuato il porporato – non possono mai essere una risposta, a nessun tipo di privazione o dolore. Al contrario, la violenza può solamente viziare ancora di più la situazione e creare caos e disordine nella società".

Il portavoce della Cbci, p. Babu Joseph, descrive ad AsiaNews la situazione della città: "Si possono sentire il terrore e la paura che provano le persone. Le strade sono deserte, non si vedono macchine". "Nessuno – continua – potrebbe dire che è passata da poco la grande festa indù delle Luci [Diwali ndr], perché le luci si sono spente. Ho visitato Sarojini Nagar, un quartiere colpito, ed ho visto tragedia, morte, dolore". "Ho fatto anche una visita pastorale all'All India Institute of Medical Science – conclude – per esprimere la mia solidarietà ai feriti ed ai parenti delle vittime".

John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union, dice: "Il pontefice parla per tutti noi quando definisce il terrorismo 'un peccato ed il flagello dei tempi moderni'. Non vi è alcuna giustificazione per l'uccisione di innocenti". "Il fatto che gli attentati – continua – siano avvenuti in tempo di festa, in mercati affollati, dimostra come queste persone siano animate da macabro cinismo, loro e chi li ha mossi".

"La comunità cristiana tutta – conclude – rifiuta la violenza e condanna il massacro di innocenti in nome di ideologie o religione o politica. Preghiamo per le vittime, i sopravvissuti e per le famiglie che hanno subito queste orribili perdite".

Alla condanna unanime mondiale si unisce oggi l'Arabia Saudita: "Questi atti criminali – dice un portavoce ufficiale del Reame – dimostrano ancora una volta che vi è bisogno degli sforzi congiunti della comunità internazionale per sradicare il terrorismo".