Secondo il governo transalpino dietro l’attacco sventato a Villepinte contro un gruppo dell’opposizione anti-Teheran ci sarebbe il ministero iraniano dell’Intelligence. Congelati i beni di due alti funzionari della Repubblica islamica. Teheran respinge ogni addebito e auspica nuovi colloqui per dissipare le “incomprensioni”.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità francesi accusano il ministero dell’Intelligence di Teheran di aver progettato un (fallito) attentato bomba nel giugno scorso, che intendeva colpire un gruppo dell’opposizione iraniana a Parigi. In una nota il governo transalpino afferma di aver predisposto il congelamento dei beni di due alti funzionari della Repubblica islamica. Immediata la replica iraniana, secondo cui il presunto attacco è una “montatura” e rinnova l’invito all’Eliseo per ulteriori colloqui chiarificatori.
Il 30 giugno scorso alcuni sostenitori dell’opposizione iraniana si sono riuniti a Villepinte, cittadina poco distante dalla capitale Parigi, nel contesto di un incontro promosso dal Consiglio nazionale per la resistenza in Iran (Ncri). Fra le personalità presenti vi erano i politici statunitensi Newt Gingrich, ex presidente del Parlamento, e Rudy Giuliani, avvocato personale del presidente Usa Donald Trump ed ex sindaco di New York.
Il Ncri è considerato il braccio politico del movimento dissidente Mujahideen-e-Khalq (Mek): per Teheran si tratta di una organizzazione terroristica che mira a rovesciare il regime degli ayatollah. Nei giorni successivi al presunto attentato (incompiuto) la polizia belga ha arrestato due cittadini (marito e moglie) di origine iraniana, in possesso di oltre mezzo chilo di esplosivo. Amir A e Nasimeh N [la polizia non ha voluto rivelare l’intera identità] sarebbero implicati nel tentativo di attacco al movimento dissidente francese anti-Teheran. Un terzo uomo, chiamato Merhad A, è stato fermato a Parigi e anch’egli accusato di complicità.
Con una nota ufficiale diffusa ieri, il governo francese accusa in modo aperto il ministero iraniano dell’intelligence di aver architettato l’attentato di Villepinte. Nel documento congiunto a firma del dicastero degli Interni, degli Esteri e dell’Economia si parla di “gesto gravissimo sul nostro territorio” che non poteva restare “senza risposta”.
Immediata la replica del governo iraniano che nega con forza qualsiasi coinvolgimento. Secondo Teheran dietro il tentativo di attacco vi sarebbero gruppi che “intendono danneggiare le relazioni di lungo corso con la Francia e, più in generale, con l’Europa”. Bahram Ghasemi, portavoce del ministero iraniano degli Esteri, auspica nuovi colloqui con l’Eliseo per dissipare “ogni incomprensione”.
Sempre ieri, infine, in un evento che potrebbe essere collegato all’attentato sventato di inizio estate, la polizia francese ha fatto irruzione nella sede di una associazione musulmana sciita, la Centre Zahra France, nella cittadina di Dunkirk. Gli inquirenti sospettano che il centro avrebbe intrecciato stretti legami con l’Iran a promosso attività religiose e politiche di natura “estremista”. Gli agenti hanno compiuto numerosi arresti, sequestrato diverso materiale probatorio e congelato i beni di alcuni appartenenti al gruppo. I suoi appartenenti avrebbero intrecciato in questi anni legami con gruppi anti-sionisti di estrema destra.