Assad: 'Pronta una grande intesa con gli Stati del Golfo'. A Idlib situazione incerta

Il leader siriano concede la prima intervista a un giornale del Golfo dall’inizio della guerra. Egli non menziona le nazioni, ma conferma l’arrivo di delegazioni arabe e occidentali a Damasco. L’obiettivo è riaprire le rappresentanze diplomatiche. Nell’ultima enclave ribelle tarda l’applicazione dell’accordo fra Russia e Turchia. 


Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La Siria è pronta a siglare una “grande intesa” con alcuni Stati del Golfo, dopo anni di conflitti e ostilità inaspriti in questi sette anni di guerra civile in Siria. Ad affermarlo è lo stesso presidente siriano Basjar al-Assad, in una intervista al quotidiano del Kuwait Al-Shahed, la prima a un giornale del Golfo dal marzo 2011, e pubblicata in questi giorni. 

Nel colloquio con il cronista il leader di Damasco non menziona nello specifico i Paesi, ma conferma che da qualche tempo delegazioni di nazioni arabe e occidentali hanno iniziato a visitare la Siria. L’obiettivo, aggiunge Assad, è quello di riaprire ambasciate e missioni diplomatiche. Presto la guerra finirà, assicura, e il Paese tornerà a ricoprire “un ruolo di primo piano” nella regione. 

La presenza della Siria all’interno dei 22 membri della Lega araba si è interrotta fin dai primi tempi della guerra; nei mesi successivi diverse nazioni della regione hanno imposto sanzioni economiche e commerciali, dopo aver visto svanire la mediazione per la fine della guerra. 

In questi anni Arabia Saudita, Qatar e altri membri del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno sostenuto in modo aperto l’opposizione anti-Assad e i gruppi ribelli filo-estremisti. Il Kuwait in passato ha ospitato una conferenza dei Paesi donatori della Siria, criticando in modo aperto il governo di Damasco e i suoi leader. 

L’intervista ad Assad giunge a pochi giorni di distanza dal sorprendente incontro fra il ministro siriano degli Esteri e l’omologo del Bahrain a margine dell’Assemblea generale Onu che si è tenuta al Palazzo di Vetro a New York. I due diplomatici si sono scambiati strette di mano e abbracci a favore di telecamera, mostrando un clima di grande cordialità. Un segno ulteriore di un possibile cambiamento di (alcuni) Paesi del Golfo verso Assad, mentre i venti di guerra sembrano calmarsi. 

Intanto a Idlib si lavora per applicare l’accordo raggiunto da Russia e Turchia, che ha di fatto bloccato l’offensiva programmata dall’esercito governativo per la riconquista dell’ultimo bastione ancora in mano ai gruppi di opposizione (e jihadisti). I ribelli devono rimuovere le armi pesanti dalla zona demilitarizzata entro il 10 ottobre e i movimenti jihadisti lasciare l’area entro il 15. Ma con l’approssimarsi delle scadenze, poco o nulla sembra essere cambiato sul terreno.