Chiese attaccate in Uttar Pradesh e Assam dai radicali indù
di Nirmala Carvalho

All’inizio del mese sono già due gli episodi di violenza. A Varanasi vandalizzata la chiesa di San Tommaso; in Assam dissacrata una statua di Don Bosco. Il clima d’impunità “incoraggia i gruppi estremisti”.


Mumbai (AsiaNews) – In India non accenna a diminuire la violenza contro la minoranza cristiana e i loro luoghi di culto. Con il mese appena iniziato, sono già due gli episodi di discriminazione e vandalizzazione, come riporta il gruppo cristiano Global Council of Indian Christians (Gcic). Il presidente Sajan K George riferisce ad AsiaNews che gli incidenti sono avvenuti in Uttar Pradesh e Assam. “L’impennata di episodi contro i cristiani in vari Stati – afferma – rivela un trend molto pericoloso nella laica India, che garantisce la libertà religiosa a livello costituzionale”.

Il caso più recente è avvenuto il 2 ottobre a Varanasi, in Uttar Pradesh, quando un gruppo di circa 50-60 radicali appartenenti all’Hindi Yuva Shakti Sangathan ha marciato contro la chiesa di San Tommaso [protestante, ndr]. “I nazionalisti indù hanno vandalizzato le proprietà e minacciato il pastore di ulteriori violenze, se egli non avesse smesso di compiere conversioni forzate. Gli attivisti della frangia estremista hanno dato vita ad una rissa all’interno della chiesa accusando il pastore di convertire gli indù contro la loro volontà”. La chiesa in questione, spiega Sajan K George, è nata 200 anni fa ed è aperta solo la domenica. “Quindi non ha senso l’accusa di conversioni forzate”.

Il secondo caso di discriminazione è avvenuto in Assam durante la notte del 29 settembre, quando alcuni criminali hanno dissacrato la statua di Don Bosco nella città di Tezpur. La polizia ancora brancola nel buio e non ha individuato nessun sospettato. Invece per l’incidente di Varanasi ha denunciato 60 persone per rissa e danneggiamento di proprietà privata.

Il Gcic, conclude l’attivista cristiano, “è addolorato per il clima d’impunità che incoraggia gli elementi radicali e il silenzio di coloro che sono incaricati di far rispettare l’ordine. Entrambe queste cose mettono in pericolo la vulnerabile minoranza cristiana”.