I sopravvissuti all’atomica scrivono a Trump: ‘Basta nucleare’

Un gruppo di hibakusha, termine nipponico che indica coloro che hanno vissuto il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, protestano con gli Usa per la proposta di eliminare il Trattato sui missili nucleari a corto e medio raggio. Se scoppia una guerra nucleare “l’umanità sarà finita”.


Tokyo (AsiaNews) – Se dovesse scoppiare una guerra nucleare “l’intera umanità rischia l’estinzione. Perché soltanto noi stiamo protestando?”. Se lo chiede un gruppo di hibakusha, termine nipponico che indica coloro che hanno vissuto il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, che ha inviato al presidente americano Donald Trump una lettera in cui lo implorano di ripensare la propria politica sul nucleare.

Lo scorso 20 ottobre, il presidente americano – anche comandante in capo dell’esercito – ha annunciato di “voler approvare” il ritiro dal Trattato sui missili nucleari a corto e medio raggio. Nei prossimi giorni il consigliere speciale di Trump per la sicurezza, John Bolton, dovrebbe comunicare in maniera ufficiale la decisione al Cremlino.

Da mesi il Segretario alla Difesa, James Mattis, avverte la Casa Bianca: gli Stati Uniti dispongono di 1.797 testate atomiche che, sommate a quelle degli alleati francesi e britannici, diventano 2.207. Quasi un terzo in meno dell’arsenale russo: 3.587 testate. Inoltre una buona parte delle bombe americane sono obsolete, stoccate per lo più nei depositi europei dalla fine della Guerra fredda. Per Trump è quindi “fondamentale” rinforzare l’arsenale atomico.

La lettera degli hibakusha è stata consegnata ieri all’ambasciata Usa a Tokyo. Nel testo si legge: “Se gli Stati Uniti abbandonano il Trattato, approvato nel 1987, la speranza di un disarmo nucleare svanirà. Al suo posto, crescerà il pericolo di una guerra nucleare. La imploriamo di non riportare l’orologio indietro nel tempo”.