Mons. Zen: "Per Hong Kong si deve arrivare al suffragio universale"

Il presule critica il pacchetto di ritocchi costituzionali proposti dal governo ed invita i deputati a non votarlo. Per Pechino il suffragio universale è "non solo illegale, ma impraticabile".


Hong Kong (AsiaNews/Scmp) – Il governo di Hong Kong "dovrebbe effettuare uno studio sull'opinione pubblica di tutto il Territorio" per far decidere al popolo se e quando attuare riforme costituzionali legate al suffragio universale e all'elezione pubblica del capo dell'esecutivo. E' la proposta del vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-kiun, che rifiuta i ritocchi suggeriti dal governo di Hong Kong e permessi da Pechino.

L'autorità esecutiva ha proposto al Consiglio Legislativo un pacchetto di riforme che prevede la nomina di consiglieri distrettuali da parte del governo: saranno questi a nominare il capo dell'esecutivo ed i deputati del Consiglio Legislativo. Ma da anni nel territorio la popolazione domanda il suffragio universale e l'elezione diretta del governatore.

La votazione sul pacchetto del governo è prevista per metà dicembre. Il Movimento democratico ha indetto una marcia di protesta per il 4 dicembre, per chiedere al capo dell'esecutivo di non esitare e concedere il voto a tutta la popolazione. Il presule appoggia la protesta e dice che i deputati "devono rigettare questa proposta [del governo], perché non costituisce un passo verso il vero suffragio universale, non ha senso, non si proietta verso la democrazia e procura dei dubbi".

Un altro punto sottolineato dal prelato è la mancanza di un chiaro programma per l'attuazione del suffragio universale nel futuro:"Dove andiamo – si chiede il presule - partendo da questo punto? Dobbiamo sapere quale sia il secondo passo. Dobbiamo avere un progetto definito anche a livello temporale per capire quando arriveremo al risultato finale".

I piccoli ritocchi proposti dal governo valgono soltanto per le elezioni del 2007 e del 2008, ma non per sempre. D'altra Parte, Pechino ha escluso che ad Hong Kong si parli di suffragio universale dopo il 2008.

Mons. Zen sostiene che Pechino dovrebbe onorare la sua promessa di dare al Territorio un alto tasso di autonomia, ma non biasima Donald Tsang Yam-kuen, il capo dell'esecutivo, per aver fallito nel compito. "Ha l'abilità – si chiede – per combattere a nome nostro a Pechino? Dobbiamo avere compassione di lui".

Sui media di Pechino in questi giorni vi sono state critiche feroci al movimento democratico di Hong Kong e alle loro richieste di suffragio universale. Il 1° novembre scorso, il China Daily, in un editoriale, ha definito la richiesta di un piano preciso per il suffragio universale "non solo illegale, ma impraticabile".