Sta scontando una condanna per “propaganda contro lo Stato”. Il 23enne blogger è stato arrestato per le proteste contro la gestione, da parte del governo, del peggior disastro ambientale della storia del Paese. Le autorità volevano una sua testimonianza contro Lê Đình Lượng, altro dissidente cattolico.
Hanoi (AsiaNews/Rfa) – Nguyễn Văn Hóa (foto) è vittima di ripetuti abusi e pressioni compiute dalle guardie carcerarie. L’attivista cattolico che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per “propaganda contro lo Stato”. Pham Le Vuong Cac, amico del dissidente, ha pubblicato su internet il riassunto di una lettera, che Hóa ha scritto alla famiglia il mese scorso. Nel documento, il blogger 23enne accusa gli agenti di volerlo costringere a testimoniare contro altri dissidenti, in casi che non hanno alcuna connessione con il suo.
Il 16 agosto scorso, Hóa ed il compagno di prigionia Nguyễn Viết Dũng sono stati portati davanti alla corte di Nghệ An, in qualità di testimoni contro l'imputato Lê Đình Lượng, altro attivista cattolico. I tre sono stati arrestati per le loro proteste contro il governo riguardo la gestione del disastro ambientale causato dall’acciaieria taiwanese Formosa Plastics Group. Nell’aprile 2016, la compagnia si è resa responsabile del rilascio di composti chimici tossici nelle acque portuali della provincia di Hà Tĩnh, mettendo in ginocchio il settore ittico ed il turismo nel Vietnam centrale.
Di fronte ai giudici, i due prigionieri hanno ritrattato le precedenti dichiarazioni rilasciate contro Lượng e lo hanno difeso dalle accuse delle autorità. Di conseguenza, il vicedirettore del carcere della polizia di Nghệ An ha trascinato Hóa in una stanza del tribunale e lo ha picchiato. I funzionari della Corte hanno poi affermato che il prigioniero non era in grado di tornare al banco, a causa di un mal di stomaco. L’attivista ha sporto denuncia per aggressione, ma le autorità non hanno aperto alcun procedimento.
Il blogger cattolico spiega anche che è stato minacciato da due investigatori della provincia di Hà Tĩnh, che lo hanno interrogato su casi che non avevano nulla a che fare con lui. Quando il giovane si è rifiutato di collaborare, i due hanno minacciato di perseguirlo per altri fatti. Hóa sostiene pure che, come stabilito dalla sentenza contro di lui, il suo account Facebook avrebbe dovuto essere cancellato. Tuttavia, il profilo è utilizzato dagli agenti di sicurezza di Hà Tĩnh, che hanno creato anche altri account falsi per scopi illegali.
L’attivista conclude la lettera chiedendo alla famiglia di contattare quanto prima la prigione, per controllare le sue condizioni, qualora non riuscisse ad effettuare una telefonata e scrivere due lettere ogni mese. I familiari dichiarano di avere contatti regolari con lui. Sua sorella afferma di averlo visitato lo scorso 16 ottobre e che all'inizio di questa settimana Hóa l’aveva chiamata dicendole che aveva subito un'operazione per un tumore.