Papa: Ogni vocazione cristiana ‘è sponsale’: lo sono matrimonio e sacerdozio

“Alla Chiesa non servono aspiranti al ruolo di preti, ma uomini ai quali lo Spirito Santo tocca il cuore con un amore senza riserve per la Sposa di Cristo”. “Il corpo umano non è uno strumento di piacere, ma il luogo della nostra chiamata all’amore, e nell’amore autentico non c’è spazio per la lussuria e per la sua superficialità. Gli uomini e le donne meritano di più!”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Ogni vocazione cristiana “è sponsale, perché è frutto del legame d’amore in cui tutti siamo rigenerati, il legame d’amore con Cristo”: lo è il matrimonio, in quanto “per sposarsi, non basta celebrare il matrimonio! Occorre fare un cammino dall’io al noi”, lo è il sacerdozio, per il quale “si ama il popolo di Dio con tutta la paternità, la tenerezza e la forza di uno sposo e di un padre”. E’ il pieno significato del comandamento “Non commettere adulterio”, del quale papa Francesco ha parlato oggi all’udienza generale.

Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro, proseguendo il ciclo di catechesi sui Comandamenti, Francesco ha parlato del Sesto comandamento Decalogo “Non commettere adulterio”, nel quale si evidenzia che “l’amore fedele di Cristo è la luce per vivere la bellezza dell’affettività umana. Infatti, la nostra dimensione affettiva è una chiamata all’amore, che si manifesta nella fedeltà, nell’accoglienza e nella misericordia”.

“Non va, però, dimenticato – ha detto ancora - che questo comandamento si riferisce esplicitamente alla fedeltà matrimoniale, e dunque è bene riflettere più a fondo sul suo significato sponsale”.

“Ci possiamo domandare: questo comando di fedeltà, a chi è destinato? Solo agli sposi? In realtà, questo comando è per tutti, è una Parola paterna di Dio rivolta ad ogni uomo e donna. Ricordiamoci che il cammino della maturazione umana è il percorso stesso dell’amore che va dal ricevere cura alla capacità di offrire cura, dal ricevere la vita alla capacità di dare la vita. Diventare uomini e donne adulti vuol dire arrivare a vivere l’attitudine sponsale e genitoriale, che si manifesta nelle varie situazioni della vita come la capacità di prendere su di sé il peso di qualcun altro e amarlo senza ambiguità. È quindi un’attitudine globale della persona che sa assumere la realtà e sa entrare in una relazione profonda con gli altri”.

“Chi è dunque l’adultero, il lussurioso, l’infedele? È una persona immatura, che tiene per sé la propria vita e interpreta le situazioni in base al proprio benessere e al proprio appagamento. Quindi, per sposarsi, non basta celebrare il matrimonio! Occorre fare un cammino dall’io al noi. Dal pensare da solo a pensare in due, da vivere  da solo a vivere in due. E’ un bel cammino. Quando arriviamo a decentrarci, allora ogni atto è sponsale: lavoriamo, parliamo, decidiamo, incontriamo gli altri con atteggiamento accogliente e oblativo. Possiamo allargare. Ogni vocazione cristiana, in questo senso, è sponsale. Il sacerdozio lo è perché è la chiamata, in Cristo e nella Chiesa, a servire la comunità con tutto l’affetto, la cura concreta e la sapienza che il Signore dona. Alla Chiesa non servono aspiranti al ruolo di preti, non servono, meglio che rimangano a casa, ma uomini ai quali lo Spirito Santo tocca il cuore con un amore senza riserve per la Sposa di Cristo. Nel sacerdozio si ama il popolo di Dio con tutta la paternità, la tenerezza e la forza di uno sposo e di un padre. Così anche la verginità consacrata in Cristo la si vive con fedeltà e con gioia come relazione sponsale e feconda di maternità e paternità. Ripeto: ogni vocazione cristiana è sponsale, perché è frutto del legame d’amore in cui tutti siamo rigenerati, il legame d’amore con Cristo”, “a partire dalla sua fedeltà, dalla sua tenerezza, dalla sua generosità guardiamo con fede al matrimonio e ad ogni vocazione, e comprendiamo il senso pieno della sessualità”.

“La creatura umana, nella sua inscindibile unità di spirito e corpo, e nella sua polarità maschile e femminile, è realtà molto buona, destinata ad amare ed essere amata. Il corpo umano non è uno strumento di piacere, ma il luogo della nostra chiamata all’amore, e nell’amore autentico non c’è spazio per la lussuria e per la sua superficialità. Gli uomini e le donne meritano di più! Dunque, la Parola «Non commettere adulterio», pur se in forma negativa, ci orienta alla nostra chiamata originaria, cioè all’amore sponsale pieno e fedele, che Gesù Cristo ci ha rivelato e donato (cfr Rm 12,1)”.