Wang Qishan: La Cina vuole una soluzione ‘comune accettabile’ nella guerra commerciale con gli Usa

I toni più sobri del vice-presidente preparano il dialogo fra Trump e Xi Jinping al G20 di Buenos Aires. Ieri anche Xi ha promesso più apertura verso le importazioni e maggiore protezione delle proprietà intellettuali, venendo incontro alle richieste Usa che hanno scatenato la guerra dei dazi.


Singapore (AsiaNews) – La Cina vuole negoziare con gli Stati Uniti una soluzione “accettabile da entrambi” sulle questioni economiche e commerciali: è quanto detto dal vice-presidente Wang Qishan stamane al New Economy Forum di Singapore.

Con toni più morbidi di altri leader cinesi, Wang ha detto che “la Cina è favorevole che tutti i Paesi abbandonino la mentalità da Guerra fredda e la mentalità della politica di dominio”, opponendosi con risolutezza all’unilateralismo e al protezionismo nel commercio.

“Esprimere negatività e risentimento – ha continuato – non porta a risolvere i problemi nell’economia globalizzata. Porre barriere e alimentare dispute non risolverà i problemi di queste nazioni, ma accrescerà la turbolenza globale”.

Il discorso di Wang – uno stretto collaboratore del presidente Xi Jinping – avviene poche settimane prima dall’incontro fra Xi e il presidente Usa Donald Trump al G20 di Buenos Aires alla fine di novembre, dove si spera di mettere fine alla guerra dei dazi fra i due Paesi.

Rappresentanti di Cina e Stati Uniti hanno avuto diversi incontri quest’anno, ma tutti senza successo e hanno imposto dazi alle importazioni di uno verso l’altro.

Nei mesi scorsi alcuni osservatori hanno notato una posizione critica del vice presidente verso un atteggiamento più agguerrito e spavaldo di Xi, che rispondeva al nazionalismo di Trump con un parallelo infuocato nazionalismo cinese.

Ieri, a Shanghai, al China International Import Expo, Xi ha promesso che la Cina faciliterà ancora di più le importazioni da Paesi stranieri, abbasserà i dazi e proteggerà le proprietà intellettuali.

Sebbene tali promesse siano state fatte molte altre volte in passato, ma senza conseguenze pratiche, questa volta diversi osservatori pensano che le promesse si rivolgano proprio agli Usa.

Il presidente Trump ha iniziato la guerra dei dazi proprio a causa del protezionismo cinese verso le sue compagnie statali, il sostegno dato al suo export, la cessione forzata di proprietà intellettuali.