Taiwan: Pechino preme sulla presidente Tsai Ing-wen, sconfitta alle elezioni

I media di Pechino: “La sua posizione separatista le ha fatto perdere l'appoggio della gente”. Il Partito democratico progressista (Dpp) controlla solo sei tra città e province, mentre il pro-cinese Kuomintang 15. Tsai ha rassegnato le dimissioni dalla guida del partito, ma resterà presidente sino alla scadenza del mandato.


Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Pechino è disposta a “cooperare con i neoeletti funzionari taiwanesi”. Lo affermano i media di Stato cinesi, che oggi aumentano la pressione sulla presidente Tsai Ing-wen (foto), dopo la grave sconfitta elettorale, riportata dal suo partito nelle elezioni locali di due giorni fa. Tsai ha rassegnato le dimissioni da presidente del Partito democratico progressista (Dpp) per aver perso le principali città del Paese nello scontro con il Kuomintang (Kmt), formazione politica amica della Cina. Al momento, il Dpp controlla solo sei tra città e province, mentre il Kmt 15.

La tornata elettorale era vista come un referendum sull'amministrazione Tsai, a due anni dalle elezioni che l’hanno resa la prima donna presidente. L’ex leader del Dpp aveva promesso di allontanare la democrazia dell’isola dalla spinta del Partito comunista cinese e rivitalizzare un’economia in affanno. Tuttavia, la sua gestione economica è criticata per le riforme del lavoro e gli impopolari tagli alle pensioni, mentre la crescita dei salari, ferma dagli anni '90, non si è mai materializzata. Nel frattempo, il governo cinese ha lanciato attacchi personali contro Tsai, organizzato esercitazioni militari nei pressi dell'isola e lavorando per isolare Taiwan dalla comunità internazionale.

Le accuse del Dpp, secondo cui Pechino stava cercando di influenzare le elezioni attraverso una campagna di disinformazione e finanziamenti illegali alle pubblicazioni pro-Cina, hanno segnato le elezioni. Ciò nonostante, due giorni fa Tsai si è assunta la “piena responsabilità” per la sconfitta e ha riconosciuto che l'inversione riflette la volontà popolo, presentatosi alle urne in massa. La presidente ha tuttavia annunciato l’intenzione di portare a termine il suo mandato, che finirà nel 2020.

Tsai ha detto che vuole mantenere lo status quo con la Cina, ma difenderà la sicurezza e la democrazia di Taiwan. Il China Daily la accusa di aver ignorato la “posizione cooperativa” di Pechino e forzato le relazioni tra i due Paesi in una situazione di stallo. Secondo il quotidiano, “la sua posizione separatista le ha fatto perdere l'appoggio della gente”. Da quando la presidente è in carica, il Kuomintang ha inviato delegazioni in Cina, dove è stato accolto con calore. Analisti affermano che i contatti con Pechino d’ora in poi saranno più frequenti. Un altro giornale cinese gestito dallo Stato, il Global Times afferma che il “pensiero radicale” del Dpp ha portato l’amministrazione fuori strada. “Il partito ha bisogno di riflettere su questo fallimento e di dare una svolta alla sua posizione sui rapporti con la Cina”.

L’indomani delle votazioni, il governo di Taiwan ha denunciato la soddisfazione cinese per la sconfitta, smentendo che essa sia il riflesso del desiderio della gente di relazioni migliori tra i due Paesi. Avvertendo la Cina di non tentare contatti con i funzionari neoeletti, il Consiglio per gli affari continentali di Taiwan ha dichiarato: “Le comunicazioni e gli scambi che non hanno precondizioni politiche sono l'unico modo corretto per risolvere le controversie e aumentare il benessere delle persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan”.