Tamil Nadu, la Caritas ‘non dimentica’ i superstiti del ciclone Gaja

L’associazione cattolica ha iniziato la distribuzione degli aiuti a oltre 25mila famiglie. Le raffiche di vento e pioggia hanno provocato la morte di 63 persone e la distruzione di 340mila case. Colpito in modo “uguale” sia ricchi che classe media. I volontari scoprono una radicata diseguaglianza nell’accesso ai servizi da parte dei dalit.


Chennai (AsiaNews) – Caritas India non dimentica i sopravvissuti del ciclone Gaja che ha devastato il Tamil Nadu, e “ha iniziato le operazioni di soccorso distribuendo cibo, tende e altri generi d’assistenza alle comunità colpite”. Lo dichiara ad AsiaNews Patrick Hansda, del comitato direttivo della Caritas. Egli ricorda che il ciclone ha causato la morte di 63 persone e provocato una “enorme devastazione”.

Come un “elefante infuriato” (dal significato in sanscrito della parola “Gaja”), lo scorso 16 novembre il ciclone si è abbattuto sulla costa sud-orientale dell’India provocando un immane disastro. I numeri della Caritas sono allarmanti: le raffiche di vento e pioggia hanno provocato danni in 12 distretti; oltre 340mila case sono andate distrutte, di cui 280mila erano semplici capanne. “Questo significa – evidenzia Hansda – che i più poveri tra i poveri sono stati ridotti al nulla, in termini di risorse”. I venti hanno afflitto “in maniera imparziale” persone ricche e classe media; più di 88mila ettari di raccolto sono andati persi; il ciclone ha provocato la morte di 12.298 capi di bestiame, oltre a 92.507 uccelli. Oltre 103mila pali elettrici presentano danni e manca la corrente elettrica in 5,3 milioni di case.

L’associazione ha attivato il meccanismo dei soccorsi concedendo prestiti d’emergenza alle organizzazioni diocesane per mezzo delle quali opera. Sul campo sono presenti volontari che stanno aiutando le persone a raggiungere aree più sicure. Molti abitanti sono stati accolti nelle chiese e nelle scuole cattoliche.

P. Paul Moonjely, direttore esecutivo di Caritas India, riferisce che “distribuiremo il cibo a 25mila famiglie e denaro contante ad altre 8mila per il sostegno al lavoro. Garantiremo anche aiuti idrici, sanitari e per l’igiene personale, oltre ad assistenza psicosociale e scolastica”.

Hansda denuncia infine che gli operatori si sono resi conto di “radicate ineguaglianze fondate sull’appartenenza di casta nella distribuzione e nella disponibilità delle infrastrutture, soprattutto per quanto riguarda i dalit e il loro accesso ai servizi, alle cure sanitarie e alle razioni d’acqua. Abbiamo notato che ai dalit viene ostacolato l’accesso alle infrastrutture, mentre le case delle caste dominanti hanno svariati comfort”.