Thailandia, contro le violenze la Chiesa promuove il dialogo tra musulmani e buddisti
di Weena Kowitwanij

Ad un seminario promosso dalla Commissione episcopale per il dialogo interreligioso e culturale uno studioso musulmano definisce le violenze nel Sud come "politiche, non religiose".


Krabi (AsiaNews) – Le violenze nel sud della Thailandia "non hanno matrice religiosa ma politica" ed il governo "deve ricordarsi che musulmani e buddisti vivono in pace, in pari dignità umana". Lo ha detto il toh-kru [maestro islamico ndr] Suhthorn Simun durante un seminario organizzato dalla Commissione episcopale per il dialogo interreligioso e culturale nella provincia meridionale di Krabi. Tema dell'incontro "Il dialogo di vita con i musulmani".

Lo studioso ha letto un intervento dal titolo "La visione musulmana nei confronti delle altre religioni" ed ha spiegato che "la comprensione è il fattore più importante per vivere insieme in una comunità che unisce fedeli di diverse religioni". "Gli abitanti dei villaggi di Krabi – ha detto – sono in ugual numero di fede musulmana e buddista, ma riescono a vivere insieme; rispettarsi reciprocamente è la chiave della convivenza".

Il toh-kru ha sottolineato che "nel caso delle 3 province meridionali di Pattani, Narathiwat e Yala, (teatro delle violenze separatiste fra musulmani e buddisti) gli abitanti sono avviliti, perché gli scontri nascono da problemi politici. La giusta strada per risolvere la situazione è eliminare la questione politica e smettere di usare la religione come pretesto. Anche se abbiamo fedi diverse, viviamo bene grazie alla comprensione reciproca, creati uguali, con la stessa umana dignità".

Simun ha poi spiegato che nelle scuole musulmane i maestri "insegnano agli studenti la bontà, il rispetto per i fratelli e le sorelle di altre religioni e l'amore per il proprio paese. Non insegniamo la divisione dalla madre patria".

Padre Phaisarn Arnamwat, segretario generale della Commissione, è intervenuto ricordando che "le dichiarazioni del Concilio Vaticano II dicono che la Chiesa cattolica vede i musulmani come fratelli che hanno lo stesso antenato, Abramo come padre comune. Anche se i cattolici sono pochi nel sud, possono divenire uno strumento di buoni rapporti fra i fedeli di tutte le religioni". P. Arnamwat sottolinea poi che "la Commissione ha deciso di tenere il seminario proprio nel sud, dove maggiori sono le violenze e la devastazione dello tsunami. Entrambi i fenomeni devono insegnare a noi thailandesi la necessità di amarci come fratelli, senza curarsi di razze o religioni".

Pramote Pulpokpol, cattolico e direttore dell'Andaman Holiday Resort, ha detto: "Quando mi sono stabilito qui non avevo amici. La maggior parte degli abitanti erano musulmani che vivevano di pesca o di coltivazione di alberi da gomma. Ho iniziato cercando di capire il loro modo di vivere, senza opprimere o disturbare nessuno". "Dopo poco tempo i miei vicini hanno capito che portiamo turisti e creiamo posti di lavoro. Un giorno i musulmani sono venuti da me ed hanno chiesto il permesso di pregare per un lo sviluppo dell'albergo". "L'importante – ha concluso - è essere amici veri con i fedeli di altre religioni".

Krabi rientra nella diocesi di Surat Thani, insieme ad altre 15 province fra cui quelle di Pattani, Narathiwat e Yala La popolazione totale è di quasi 9 milioni di persone con oltre 6 mila cattolici. Il vescovo della diocesi, mons. Joseph Prathan Sridarunsil, è coadiuvato da 43 preti che operano in 39 parrocchie, 6 laici consacrati e 99 religiose.