Sri Lanka del nord, tamil accampati da 700 giorni per riavere le proprie terre
di Melani Manel Perera

L’esercito occupa i terreni nel villaggio di Kepapilavu, nel distretto di Mullathivu. Le autorità avevano promesso di riconsegnare le proprietà entro oggi. I tamil chiedono sostegno agli abitanti del sud.


Colombo (AsiaNews) – Nel nord dello Sri Lanka un gruppo di tamil è accampato da 700 giorni davanti un quartier generale dell’esercito, e chiede ai militari di riconsegnare ai legittimi proprietari le terre occupate durante la guerra civile. Gli abitanti lamentano che i terreni dovevano essere restituiti entro oggi. Invece l’esercito occupa ancora l’appezzamento e per ora non è stata comunicata alcuna data certa del rilascio.

La popolazione locale sostiene di essere stata illusa per anni da false promesse. “Tutte parole vuote”, dicono i tamil. Per questo essi manifestano e chiedono di essere sostenuti anche dagli abitanti del sud e dalla comunità internazionale.

Lo scorso 22 gennaio una delegazione ha partecipato a una conferenza stampa al Centre for Society and Religion di Colombo, per attirare l’attenzione sulle richieste del gruppo. L’evento è stato organizzato dal Parl (People’s Alliance for Right to Land). In quel giorno i rappresentanti tamil hanno anche incontrato il primo ministro Ranil Wickremasinghe in Parlamento.

I terreni reclamati si trovano nelle province settentrionale e orientale, le più devastate dal conflitto durato quasi 30 anni. Nel dettaglio, il presidente Maithripala Sirisena aveva promesso di cedere i terreni situati nel villaggio di Kepapilavu, distretto di Mullathivu, entro il 31 dicembre 2018. In seguito, incontrando una delegazione a inizio gennaio, alcuni funzionari statali avevano assicurato che le proprietà sarebbero state riconsegnate entro oggi. Invece i legittimi proprietari sono ancora accampati all’esterno del campo.

Le speranze dei tamil si erano riaccese a dicembre 2017, quando l’esercito aveva riconsegnato una parte degli appezzamenti. Da quel momento, nessuna certezza sugli altri territori. All’evento di Colombo, due donne hanno raccontato le sofferenze dei tamil, che da quasi due anni sopravvivono a qualsiasi difficoltà e condizione atmosferica, compresi vento, pioggia, polvere, calura. S. Adhiyakala e B. Sivabalapushpam ripetono senza sosta che “se i nostri terreni non verranno riconsegnati, li reclameremo”.

L’attivista Ruki Fernando sottolinea: “700 giorni sono un tempo infinito. È la protesta più lunga mai portata avanti da una comunità in Sri Lanka. La gente vive all’addiaccio dal primo marzo 2017. Hanno resistito a intimidazioni e molestie da parte di esercito, polizia e agenzie d’intelligence. Lottano per la sopravvivenza e nel frattempo continuano a mandare i figli a scuola e a prendersi cura degli anziani. Hanno organizzato manifestazioni a Colombo e in altre parti del Paese, incontrato leader politici e religiosi, media e rappresentanti della comunità internazionale”.