Seoul si ferma per onorare la “madre” delle donne conforto

Kim Bok-dong, schiava sessuale dei giapponesi durante la II Guerra mondiale, è stata una delle prime coreane a denunciare i maltrattamenti e gli abusi subiti. La sua scelta coraggiosa ha rotto il muro del silenzio. Il suo feretro sfilerà accanto all'ambasciata di Tokyo. Il presidente Moon: “Spezza il cuore che sia morta senza vedere la soluzione di questo terribile problema”.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di sudcoreani sono scesi oggi in piazza a Seoul per onorare la memoria di Kim Bok-dong, schiava sessuale dei giapponesi durante la II Guerra mondiale. La Kim, 92 anni, si è spenta dopo una lunga battaglia contro il cancro. Nel 1992 è stata una delle prime coreane a denunciare i maltrattamenti e gli abusi subiti rompendo il muro del silenzio eretto dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Yoon Mee-hyang, che guida un agguerrito gruppo che lavora per i diritti delle donne, racconta: “Bok-dong ha pensato fino all'ultimo alla sua battaglia. Poco prima di morire ha aperto gli occhi all'improvviso e ha raccontato una lunga storia. Non ho capito tutto quello che diceva, ma ho sentito chiaramente l'invito a continuare a combattere fino alla fine”.

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha visitato la camera ardente dell'attivista e ha dichiarato ai giornalisti presenti: “Spezza il cuore sapere che sia morta senza vedere la soluzione di questo terribile problema”.

La Kim aveva 14 anni quando, catturata dagli invasori giapponesi, è stata mandata in un bordello militare e costretta a subire abusi sessuali. Il suo calvario l'ha portata in Cina, Indonesia, Malaysia e Singapore, al seguito delle truppe imperiali. Per decenni ha condannato l'atteggiamento nipponico, che ha definito le “donne conforto” delle “volontarie in cerca di una vita migliore”. Verrà sepolta domani, e il suo feretro sfilerà accanto all'ambasciata di Tokyo prima di essere interrato.