Card. Cupich: Crescente sfiducia nella nostra leadership, per non parlare dell’oltraggio alla nostra gente

Seconda relazione della giornata dedicata alla “accountability” (dover rendere conto) all'incontro sulla "Protezione dei minori nella Chiesa". Il porporato rappresenta una Chiesa, quella degli Stati Uniti da più tempo colpita dalle accuse di abusi e dal silenzio della gerarchia. Egli stesso è sospettato di silenzio sul caso McCarrick. E’ necessaria una riforma strutturale, legale ed istituzionale.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Una “crescente sfiducia nella nostra leadership, per non parlare dell’oltraggio alla nostra gente”: sono gli effetti causati dalla “poca attenzione data ai bambini abusati, o anche peggio, quando l’abuso viene coperto per proteggere l’aggressore o l’istituzione”. Ha introdotto così la sua relazione il card. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, presidente della commissione per la protezione dei minori della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti. L’intervento del porporato è il secondo della giornata dedicata alla “accountability” (dover rendere conto) nell’incontro sulla “Protezione dei minori nella Chiesa” in corso in Vaticano.

Il card. Cupich è rappresentante di una Chiesa che da più tempo è colpita dalle accuse di abusi e dal silenzio della gerarchia. Lo stesso porporato è stato spesso accusato di essere parte in causa essendo stato collaboratore e amico dell’ex card. Theodore McCarrick, ora ridotto allo stato laicale, e di aver taciuto per anni sulle sue tendenze pedofile ed omosessuali esercitate su minori e seminaristi. E forse è riferito proprio al caso McCarrick un’annotazione della relazione in cui si dice: “Questo anno passato ci ha insegnato che i fallimenti sistematici nel ritenere responsabili i chierici di ogni rango sono dovuti in gran parte ai difetti del modo in cui interagiamo e comunichiamo gli uni con gli altri nel collegio dei vescovi, in unione con il successore di Pietro”.

Per il card. Cupich è ormai necessaria una “riforma strutturale, legale ed istituzionale” della Chiesa. Questo comporta anzitutto una “posizione perenne all’ascolto totale, per capire l’esperienza svilente di coloro che sono stati sessualmente abusati dal clero”, mettendo da parte “la distanza istituzionale e i paraocchi relazionali”. Poi occorre integrare nell’impegno della comunità i laici, soprattutto genitori: “Ogni membro della Chiesa ha un ruolo essenziale nel contribuire ad eliminare l’orribile realtà degli abusi sessuali del clero. In gran parte è la testimonianza dei laici, soprattutto madri e padri con grande amore per la Chiesa, ad aver sottolineato in modo commovente e con forza che la commissione, l’insabbiamento, la tolleranza del clero e l’abuso sessuale sono gravemente incompatibili con l’essenza e il significato stesso della Chiesa”. E ancora: “vescovi e superiori religiosi, siamo stati spesso ciechi di fronte alla portata e ai danni degli abusi sessuali sui minori. I genitori stanno testimoniando la duplice realtà che deve essere perseguita oggi nella Chiesa: uno sforzo incessante per sradicare gli abusi sessuali del clero e il rifiuto della cultura clericale che tanto spesso ha generato quell’abuso”.

Per saper davvero “rendere conto”, è soprattutto necessario l’accompagnamento: “Ogni istanza di un sopravvissuto che si avvicina alla Chiesa, che stia cercando conforto, giustizia, punizione o pace, è sempre un invito affinché la Chiesa sia veramente Pietà, contraddistinta da tenerezza ed empatia”.

Infine, il cardinale suggerisce che si varino “strutture istituzionali e legali specifiche”, soprattutto “in casi che riguardano la cattiva condotta dei vescovi e la loro impropria gestione dei casi di pedofilia”.