Giovane musulmano: in Algeria il popolo in rivolta contro la dittatura delle moschee
di Kamel Abderrahmani

Per la prima volta in due decenni decine di migliaia di persone in piazza contro Bouteflika. L’81enne presidente pronto a candidarsi per un quinto mandato. Il sostegno dei leader religiosi contrari alle proteste in nome della stabilità e dei dettami dell’islam. La rete degli imam a sostegno della leadership. 


Parigi (AsiaNews) - Per la prima volta in 20 anni, decine di migliaia di persone sono scese in piazza nei giorni scorsi in diverse città dell’Algeria, per protestare contro il ventennale regno di Abdelaziz Bouteflika. L’81enne presidente e leader di lungo corso della nazione, che nei prossimi giorni è atteso in Svizzera per visite mediche, è pronto a candidarsi per un quinto mandato, scatenando la protesta popolare. La polizia ha risposto agli assembramenti con cariche e violenze. La portata della protesta ha sorpreso gli stessi oppositori, a partire dalla capitale dove le manifestazioni sono vietate dal 2001. Sulla questione riceviamo e pubblichiamo una riflessione dello studioso Kamel Abderrahmani, 30enne, musulmano algerino. Ecco il suo commento:
Ho sempre detto che “a spaventarmi non è l’[estremismo] islamico, quanto l’islam ufficiale”. Ovviamente, il mio pensiero poteva sembrare criptico perché mal interpretato. In realtà, le mie argomentazioni erano solide, costruite e fondate sulla mia esperienza personale e sulle mie osservazioni. Se l’islamismo come ideologia minoritaria nel mondo musulmano aspira alla creazione del Califfato, l’islam ufficiale rimane un motore essenziale che favorisce non solo la stagnazione della teologia musulmana in tutte le sue componenti rituali e culturali, ma opera anche nel contesto delle popolazioni a maggioranza musulmana.

Questo punto di vista che difendo ancora oggi, viene ad essere chiarito da quanto sta succedendo in Algeria. Per prima cosa, questo Paese merita di essere presa in considerazione perché si è appena ribellato contro un regime politico che lo mantiene da vent’anni stretto in una morsa. Dopo l’annuncio della candidatura di Bouteflika alla sua successione, si sono moltiplicati gli appelli a manifestare lo scorso 22 febbraio 2019, dopo la preghiera del venerdì, contro questa decisione assurda. In realtà, per impedire che il popolo esprima il proprio scontento, il regime non ha esitato a ricorrere a uno dei propri pilastri: gli imam. 

Questi ultimi sono stati istruiti a tenere preghiere del venerdì che invocavano la pace e la stabilità. In realtà, essi parlano di una stabilità che si può osservare solo fra quanti governano, perché il Paese sembra ogni giorno di più piombare nella povertà. Per dirla in modo diverso, una nazione ricca ma un popolo povero. Gli imam, come funzionari dello Stato e come rappresentanti dell’islam ufficiale, si sono basati su testi religiosi apocrifi che proibiscono di “manifestare contro il governo”(1) e hanno incitato gli stessi salafiti a lanciare appelli in rete focalizzati sull’importanza del rispetto per il presidente. 

Per chiarire un po’ il concetto, bisogna sapere che questi testi apocrifi di natura politica sono inventati e imposti dai califfi Umayyadi e Abbasidi, con l’obiettivo di paralizzare le loro società. Infatti, essi rinforzano la loro dittatura attraverso testi religiosi falsi, perché quella era l’epoca in cui sono stati scritti gli Hadith, i detti e gli aneddoti sulla vita del profeta Maometto. 

Ciononostante, il vento a volte soffia in direzioni inaspettate! In Algeria, i fedeli si sono rifiutati di continuare la preghiera del venerdì. È il caso, per esempio, della grande moschea “al-Kawthar” di Bejaia - dipartimento che si trova circa 250 km a est di Algeri - e di altre moschee sparse in tutto il Paese. Vi erano almeno tre milioni di algerini che sono usciti per le strade a manifestare contro il quinto mandato di Bouteflika, incapace di parlare e di andare contro il sistema mafioso che lo governa e mantiene al potere. 

Per ritornare all’idea dell’islam ufficiale, questa religione è sempre stata un mezzo per mantenere la popolazione nell’ignoranza. Questo islam statico contribuisce alla diffusione di un islamismo nella sua forma pacifica e obbediente al sistema di potere, oltre che essere una delle branche del salafismo esportato dall’Arabia Saudita e che l’Algeria non aveva mai conosciuto prima di allora. Essi sono stati utilizzati contro i Fratelli musulmani, ostili ai regimi delle dittature arabe, così come i movimenti laici di opposizione. 

Per vostra conoscenza, l’Algeria vive da vent’anni sotto il regime di Bouteflika e dal 2013 egli non si rivolge più al popolo a causa dell’ictus che lo ha colpito. Oggi, il regime cerca di imporlo come le altre volte utilizzando, fra l’altro, un islam ufficiale favorevole alla sacra ignoranza, ostile alle minoranze religiose ed etniche con il proposito di separare l’algerino dal resto del mondo e di mantenerlo docile. Per concludere, l’ignoranza e l’integralismo religioso in tutte le sue forme sono benedetti dalla dittatura in Algeria e non possiamo escludere un ritorno del fondamentalismo nella sua forma più violenta: il terrorismo. 

  1. Domanda: “Le manifestazioni sono una via legale per il proselitismo (da’wa)?”
    Risposta: “Lode ad Allah, Signore dell’universo, preghiere e benedizioni sul nostro Profeta Maometto, sulla sua famiglia e i suoi compagni e quanti li seguono nella carità fino al giorno della resurrezione. Egli disse: le manifestazioni sono una cosa inventata, perché niente di tutto questo era noto né all’epoca dei compagni, né a quella dei califfi ben guidati né dei compagni dopo di loro. Esse provocano problemi e disordini, ed è per questo che sono proibite. (Durante le manifestazioni) si rompono vetrine, le porte e altre cose ancora, gli uomini si mescolano con le donne, i vecchi ai giovani, e succedono altre cose biasimevoli e cattive. Quanto al fatto di mettere pressione alle autorità, se vi è una autorità musulmana è sufficiente sollecitare la parola di Allah e la Sunna del suo Profeta
    (sallallahu 'alayhi wa sallam), e questo è un bene che viene offerto ai musulmani; se è un governante miscredente, egli non darà alcuna considerazione a questi dimostranti. All’apparenza, li tratterà con cortesia, ma in realtà nasconde la sua avversione. Ecco perché crediamo che le dimostrazioni siano un fattore da biasimare. Quanto a quelli che dicono che le manifestazioni sono pacifiche, può anche darsi che ciò sia vero nelle fasi iniziali o la prima volta, ma in seguito si rivelano distruttrici. Consiglio dunque ai giovani di seguire la voce dei salafiti, perché Allah ha elogiato i Muhajirin, gli Ansar e coloro che li hanno seguiti nella carità.
    Fonte: Al-Jawab Al-Abhar li fawa’id siraj