Cattolici e protestanti per una riflessione teologica nell’Indonesia di oggi
di Mathias Hariyadi

Si è svolta a Yogyakarta una conferenza internazionale di due giorni. L’evento è stato organizzato da alcuni atenei e associazioni cattoliche di Teologia e Filosofia. Politica, fondamentalismo e identità sono alcuni dei temi trattati. All’incontro hanno preso parte anche esperti da India e Malaysia.


Jakarta (AsiaNews) – Come esercitare una riflessione teologica nell'Indonesia contemporanea? È il quesito al quale nei giorni scorsi ha offerto risposte una Conferenza internazionale (Ijct) di due giorni che si è svolta a Yogyakarta (isola di Java). All’iniziativa hanno preso parte diversi teologi indonesiani, la maggior parte dei quali sacerdoti che insegnano nelle facoltà di Teologia di atenei cattolici, affiancati da esperti di fede protestante ed altri provenienti da Malaysia e India.

Organizzato in collaborazione con la Catholic Theologian Association (Astekia) e l’Association of Philosophers on Deities (Asfki), obiettivo del seminario era “creare una mappa” del contributo che i teologi possono offrire nelle sfide della società di oggi. Durante la due giorni di lavori, i partecipanti hanno discusso diverse tematiche.

Tra queste vi è la solidarietà seguita agli attentati compiuti nel maggio 2018 a Surabaya (East Java) da due famiglie militanti di Jamaah Ansharud Daulah (Jad), gruppo terroristico locale legato allo Stato islamico (Is). Gli attacchi contro tre chiese cristiane ed il quartier generale della polizia locale hanno causato la morte di 14 civili e 13 attentatori. Oltre 40 persone sono rimaste ferite.

Aloysius Widyawan Louis, teologo della Widya Mandala Catholic University di Surabaya, dichiara: “Gli Arek Surabaya [termine che indica gli abitanti locali] ora sono motivati a promuovere la loro coesione sociale e contrastare l'ascesa del fondamentalismo”. “Questa tragedia – prosegue – è stata davvero un'esperienza di fede. La bella riflessione che si evince è che il terrore non ha portato avversione bensì perdono. Abbiamo sperimentato il male vivo, ma abbiamo bisogno di clemenza”.

Anche Angga Indraswara, docente della Sanata Dharma University di Yogyakarta punta il dito contro l’ascesa di un “nuovo” fondamentalismo islamico, che opera all’interno della giovane democrazia indonesiana. “Parliamo di movimenti capaci di mobilitare in manifestazioni di massa molte persone emarginate dalla struttura politico-economica dominante”, afferma. Secondo l’accademico, l’esistenza di questi gruppi beneficia alcune élite politiche e garantisce visibilità a posizioni sempre più conservatrici, che alimentano la discriminazione verso le minoranze.

Mentre il Paese si avvicina al voto del prossimo 17 aprile, etnia e religione sono più che mai al centro del dibattito politico. Galih Arga Wiwin Aryanto, anch’egli professore della Sanata Dharma, è intervenuto alla conferenza con un seminario sul “Timorato di Dio e lo sviluppo dell'identità dei primi cristiani negli Atti degli Apostoli”. Il docente ha illustrato come spesso gli esseri umani comprendono Dio attraverso la loro appartenenza etnica e culturale.