Diocesi di Nashik, esercizi spirituali per giovani dalit e poveri
di Nirmala Carvalho

Gli eventi erano sponsorizzati dalla pastorale giovanile, su volontà del vescovo locale. Nel distretto i ragazzi provengono da famiglie povere e iniziano a lavorare prima dei 18 anni. Il programma “aiuta i giovani a tenersi lontano dalla droga e dal crimine, li fortifica nelle sfide della vita”.


Mumbai (AsiaNews) – La diocesi di Nashik (in Maharashtra) ha organizzato un seminario di due giorni rivolto al “Rinnovamento spirituale dei nostri giovani”. P. Satish Kadam, direttore diocesano della pastorale giovanile, spiega che l’obiettivo – e tema degli incontri – era: “Crescere in Cristo come buoni figli di Dio, essere figli di Dio responsabili”.

Il sacerdote racconta che gli incontri si sono svolti il 17 marzo nella cattedrale di sant’Anna di Nashik e il 31 marzo alla chiesa di Gesù bambino di Babhaleshwar. Egli riporta che nel distretto di Ahmednagar la maggioranza dei giovani è “dalit e povera. Per sopravvivere, le famiglie non riescono a mandare i figli a scuola ed essi iniziano a lavorare prima di 18 anni. Il distretto è arido, l’agricoltura non prospera e i giovani sono costretti a emigrare in cerca di lavoro nelle grandi città come Pune, Solapur, Kolhapur e Mumbai”.

Il programma è stato voluto dal vescovo, mons. Lourdes Daniel, impegnato soprattutto con i giovani dalit. “Egli crede – afferma il sacerdote – nel potere dei giovani, li incoraggia a seguire le proprie passioni, ad avere un obiettivo e raggiungerlo. Inoltre sponsorizza l’educazione degli adolescenti interessati a impegnarsi nei servizi pubblici”.

Al seminario hanno partecipato 200 ragazzi. La catechesi ha affrontato vari temi: Dio, la preghiera, l’amore, le relazioni umane e la famiglia. “Grazie al programma di formazione spirituale – continua p. Kadam – e consigli per la carriera, forniamo loro una guida su come affrontare l’istruzione di grado superiore e trovare lavoro, e anche come vivere una buona vita cristiana e predicare Cristo”. Il direttore diocesano racconta che i giovani hanno discusso dei problemi della vita quotidiana, “e di come risolverli con la fede in Cristo e attraverso l’aiuto delle famiglie. Abbiamo provato a tenere uniti i giovani cristiani dalit organizzando eventi sportivi e d’intrattenimento culturale”.

Programmi come quello diocesano, conclude p. Kadam, “aiutano i giovani a tenersi lontano dalla droga e dal crimine, li fortificano nelle sfide della vita. Da parte nostra, apprezziamo il fatto che i ragazzi abbiano deciso di trascorrere [in questo modo] il loro tempo, li incoraggiamo a portare avanti le buone iniziative nelle rispettive chiese”.