Ortodossi russi vedono l’Anticristo nella rivoluzione digitale
di Vladimir Rozanskij

Manifestazioni a Voronezh, San Pietroburgo, Mosca, Lipetsk contro l’introduzione del PIN personalizzato. Si teme il totale controllo dell’individuo: un “lager elettronico”. Il patriarca Kirill chiede di rispettare chi rifiuta i documenti elettronici.


Mosca (AsiaNews) - Dal 3 aprile scorso ai russi non viene più distribuita la tessera pensionistica, che è stata sostituita da un numero PIN personalizzato, necessario per accedere ai servizi elettronici. Una parte dei fedeli ortodossi è insorta contro questa misura, che a loro parere manifesta l’avvento imminente dei tempi apocalittici.

La nuova legge introduce le nuove regole per l’utilizzo dei servizi statali, secondo le quali con il PIN ogni cittadino potrà rivolgersi alla pubblica amministrazione per ricevere la pensione e per tutte le altre necessità. Si tratta di una semplificazione delle procedure, nella direzione della “rivoluzione digitale” annunciata da Putin dopo l’elezione dello scorso anno al suo quarto mandato presidenziale. Gli ortodossi più osservanti, che già da tempo protestano contro l’utilizzo delle “cifre sataniche”, come ad esempio il codice fiscale, parlano dell’imposizione del “lager elettronico”.

La presidente del “Comitato in difesa della famiglia e della moralità” di Voronezh, Valentina Pashenko, non usa neppure le carte di credito, denuncia l’utilizzo delle impronte biometriche per entrare in banca e negli edifici governativi, e rifiuta i libretti di lavoro elettronici. Parlando alla Bbc, Valentina ha affermato che “quando tutti i dati personali saranno conservati in un unico sistema, alle persone malvagie sarà possibile escludere dal sistema ogni individuo indesiderato”. A fine marzo essa ha organizzato nella sua città un meeting contro la nuova legge sul PIN, che verrebbe associato alla carta d’identità. Alla manifestazione hanno partecipato circa 500 persone.

“Prima le pensioni e poi tutte le altre informazioni sulla persona, le sue proprietà, i diritti sociali, i dati sulla famiglia e sui figli, quelli scolastici e medici, gli stipendi: tutta la vita del singolo verrà inserita in un numero elettronico”, si lamenta la Pashenko, “è come il marchio dei lager staliniani, dove mandavano i nostri nonni”. Altre proteste sono state organizzate a San Pietroburgo e a Mosca; a Lipetsk si è tenuto un presidio di preghiere di attivisti ortodossi.

Il capo del movimento “Resistenza genitoriale”, Nikolaj Mishustin, rappresenta gli interessi dei credenti che rifiutano ogni tipo di numero elettronico identificativo. A suo dire, già 40 mila persone hanno firmato contro la legge, in diverse città della Russia. “Finora tutti coloro che lo desideravano potevano accedere ai servizi amministrativi in modo tradizionale”, osserva Mishutin, “mentre questa legge obbliga alla forma elettronica tramite il PIN, senza neanche chiedere il consenso al trattamento dei dati personali: si tratta di una scandalosa violazione della costituzione”.

I partecipanti alla manifestazione di Voronezh, come ha spiegato la Pashenko, si sono rivolti al patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), per chiedere il permesso di organizzare delle processioni contro la nuova legge, e condannare con un’anatema i “lobbisti delle iniziative chiaramente anti-cristiane”. L’opposizione degli ortodossi alla digitalizzazione si fonda sulle parole di San Giovanni nell’Apocalisse sul “numero della bestia”: Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della Bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia, e il suo numero è seicentosessantasei (Ap 13,16-18). A loro parere, l’introduzione del PIN è un chiaro segno del prossimo avvento dell’Anticristo. Alcuni affermano di riconoscere il numero maledetto non solo nei codici, ma anche in ogni pagina dei passaporti e degli altri documenti rilasciati dallo stato.

La Chiesa ortodossa conosce bene queste preoccupazioni che circolano tra i credenti da diversi anni. Aleksandr Volkov, portavoce del patriarca, ha spiegato alla Bbc: “Nella Chiesa esistono documenti che illustrano come ci si deve comportare di fronte a questo tipo di iniziative, e noi raccogliamo moltissime lettere di fedeli preoccupati, ma riguardo a questa legge non abbiamo obiezioni reali da presentare”. Nel 2013 il Sinodo dei vescovi russi dichiarò di essere contrario all’introduzione di “qualunque forma di coercizione dei cittadini riguardo all’utilizzo degli identificatori elettronici”.

Lo scorso gennaio, intervenendo alla Duma, il patriarca Kirill ha richiamato i deputati a tenere conto del desiderio dei cittadini di rifiutare i documenti elettronici. “Il progresso contemporaneo contiene dei pericoli, anzitutto per la libertà delle persone”, ammoniva il capo degli ortodossi russi, “la vera libertà non tollera il controllo globale sulla vita degli individui, questo sarebbe una prospettiva di rovina apocalittica per tutto il genere umano. Quando parliamo dell’arrivo dell’Anticristo, a partire dalle Scritture, noi intendiamo proprio questo sistema di controllo globale, realizzato da un unico centro di potere, o perfino da una singola persona”.

Il presidente del comitato parlamentare per le politiche sociali, Jaroslav Nilov, ha raccontato che alla Duma giungono dai credenti molti appelli con critiche al progetto di legge, e i deputati stanno cercando di venire loro incontro: “Abbiamo chiesto quale è la posizione ufficiale della Chiesa, che si è espressa con grande prudenza, ma non esplicitamente contro la legge”.

I gruppi di “oppositori dell’Apocalisse elettronica” non rappresentano la maggioranza dei cittadini, e neanche dei credenti ortodossi, ma sono molto influenti, anche per l’appoggio di numerosi e autorevoli starets, la cui parola viene ascoltata anche più di quella del patriarca e del presidente. Sentimenti simili esistono nell’ortodossia russa fin dai tempi degli zar e dalle prime misure moderne di censimento e identificazione della popolazione, come il rilascio dei “passaporti interni” che venivano stracciati e bruciati dai credenti.