Parlare al telefono salva i giapponesi dal suicidio. Esperti: -40% di morti dal 2003

Chi chiama i telefoni anti-suicidio sono soprattutto i 30enni o 40enni. Nel 2018, il 56% degli utenti era costituito da donne, il 43% da uomini. Il numero dei suicidi è in calo, ma aumentano le morti infantili. Le ragazze fino ai 19 anni mostrano una “preoccupante tendenza” al suicidio.


Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Parlare al telefono, per salvare i giapponesi dal suicidio: esperti e volontari di organizzazioni che operano su appositi numeri di emergenza affermano che permettere di esprimere i sentimenti più profondi ha contribuito a ridurre le morti di quasi il 40%, rispetto al picco del 2003.

“Sei giù? Ci sono persone che ti aiutano a sollevarti”: sono alcuni dei messaggi pubblicitari che a Tokyo campeggiano sui muri della vasta rete di metropolitane, luogo dove si svolgono molti tentativi di suicidio. La maggior parte delle persone che chiamano i telefoni anti-suicidio è 30enne o 40enne. Nel 2018, il 56% degli utenti era costituito da donne, il 43% da uomini.

Circa 450km a nord di Tokyo vi è la prefettura di Akita. Territorio in gran parte rurale, per decenni ha avuto il più alto tasso di suicidi in Giappone. Oltre ai numeri di emergenza, qui opera una rete di “ascoltatori” addestrati, che di frequente si mettono in contatto con gli anziani soli e abbandonati della zona.

Il suicidio è uno dei più seri problemi sociali del Giappone, anche se il numero dei casi è in generale diminuito. Tuttavia, i suicidi infantili hanno di recente registrato un deciso aumento. Gli esperti indicano le pressioni scolastiche ed il bullismo come possibili fattori scatenanti. Nel 2017, il numero di suicidi tra i giovani è salito al livello più alto dal 1986: sono 250 i bambini delle scuole elementari, medie e superiori che si sono tolti la vita.

Ogni anno, la polizia rende pubblici i dati sul numero delle morti. Il tasso di suicidi nel 2018 ha registrato il minimo storico da 37 anni. Nei primi 11 mesi del 2018, si sono tolte la vita 16.3 persone ogni 100mila abitanti. Si tratta di un calo del 3,4% per un totale di 20.598 persone.

Nonostante il trend sia positivo, il ministero del Welfare sottolinea come le ragazze fino ai 19 anni mostrino una “preoccupante tendenza” al suicidio. Il range di età più a rischio resta quello relativo ai cinquantenni: nel 2018, in quella fascia di età si sono uccise 3.225 persone, 91 in meno rispetto l’anno precedente; i quarantenni si sono attestati a 3.222, mentre i 60enni hanno toccato i 2.811 suicidi.