I due uscivano da una funzione religiosa a Palu, ricoverati in gravi condizioni. Arrestato un poliziotto, presunto assassino della 22enne uccisa a colpi di machete venerdì nella stessa zona. Secondo la polizia nazionale, l'escalation di violenze è "orchestrata" da una "mafia" con base a Jakarta o nelle Sulawesi centrali.
Palu (AsiaNews) - Continuano le violenze a Palu, la capitale della provincia indonesiana di Sulawesi centrale. Vittima, questa volta, è una coppia di cristiani, che sabato scorso (19 novembre) usciva da un funzione religiosa a East Palu. Intanto la polizia nazionale ha emesso un comunicato, secondo il quale le violenze nelle Sulawesi sono "orchestrate" da una "mafia" di ancora non ben definite origini.
Alcuni uomini armati a bordo di una motocicletta hanno sparato colpi di pistola contro Pudji Laksono e sua moglie Novlin. Pudji, originario di Java e lettore all'università di Tadulako, è stato colpito alla schiena, mentre sua moglie al petto. I due coniugi cristiani sono al momento ricoverati sotto stretta sorveglianza all'ospedale centrale di Palu. Le loro condizioni sono gravi, tanto che non hanno potuto rispondere alle domande che la polizia ha provato a fare loro.
L'aggressione di sabato segue di un giorno l'uccisione, sempe a Palu, di una ragazza di 22 anni che si stava recando in centro con degli amici. La giovane è stata ferita al collo con un machete ed è morta mentre l'amica, illesa, cercava di portarla in ospedale. Nel fine settimana le forze di sicurezza di Palu hanno reso noto l'arresto di un poliziotto, ritenuto il presunto assassino di Yanti; dell'uomo si conoscono solo le iniziali, WN. A catturarlo è stata la divisione degli affari interni della polizia, sulla base di alcune tracce di sangue rinvenute sulla sua moto.
Le autorità politiche di Palu hanno condannato la serie di attentati degli ultimi giorni; Andi Mulhanan Tombolotutu, del consiglio comunale di Palu, ha dichiarato che le azioni di questi criminali si sono rivolte verso altre zone, perchè i loro tentativi di riaccendere un conflitto interreligioso a Poso sono falliti. Secondo un comunicato stampa firmato dal capo della polizia nazionale, gen. Sutanto, gli attentati nella zona sono "orchestrati da una mafia organizzata". Il capo della polizia non ha chiarito se il gruppo provenga da Jakarta o dalle Sulawesi. Il comunicato, citato oggi in parlamento durante un'udienza a porte chiuse con la Commissione III - che si occupa dei problemi di sicurezza - spiega che i criminali, si sono spostati verso Palu a causa del grande dispiegamento di forze dell'ordine a Poso.
La recente escalation di violenze nelle Sulawesi centrali ha interessato in un primo momento Poso, dove il 29 ottobre scorso 3 ragazze cristiane sono state decapitate. Forti cirtiche ha suscitato la gestione delle indagini da parte della polizia insonesiana, la quale il 18 novembre ha confermato l'arresto dei 3 presunti responsabili del triplice omicido, rivelando però solo un nome: quello del 23enne Irfan Masuro, che lavora nella sicurezza dell'ospedale centrale di Poso. La polizia ha detto di stare investigando sul possibile coinvolgimento nel caso di Sudarmanto e di una donna chiamata Luisiana, che avrebbe aiutato Irfan a nascondere l'arma del delitto.
Poso è stata teatro di un sanguinoso conflitto tra cristiani e musulmani che tra il 2000 e il 2001 ha ucciso oltre mille persone.